Un trattamento sicuro al 100 per cento che non crea reazioni contrarie dell’organismo. Si tratta dell’ozono terapia effettuata su pazienti che necessitano di terapie del dolore soprattutto osteo-artrosico o in alcuni casi di natura neurogena come su persone che presentano ernie del disco, patologie che colpiscono il sistema nervoso periferico.

Ma non solo. L’ozono viene utilizzato anche in presenza di patologie gastroenteriche e per le rettocoliti ulcerose. Uomini e donne di ogni età possono beneficiare del trattamento sotto indicazione dello specialista. Solo in alcuni e specifici casi l’ozono terapia non può essere applicata: in gravidanza, con scompenso cardiaco, con ipertiroidismo in fase conclamata.

La somministrazione dell’ozono può avvenire a seconda dei casi in diverse modalità: per iniezione, per via orale, per via endovenosa, per via rettale, o cutanea per assorbimento a contatto. L’ozono può essere iniettato anche nel caso in cui ci siano dei versamenti di liquido infiammatorio. In caso di ernie del disco le iniezioni vengono fatte dove sono presenti. Il paziente è sdraiato o seduto a seconda delle situazioni. L’ozono oltre a togliere l’infiammazione locale favorisce la disidratazione dell’ernia e di conseguenza la pressione sulla fibra nervosa coinvolta. Tra le sue proprietà ci sono anche quella analgesica e disinfettante.

Per quanto riguarda la somministrazione per via orale, i pazienti che soffrono per esempio di disbiosi intestinale o di alterazioni di natura gastroenterica possono bere l’ozono. L’acqua viene iper-ozonizzata e ingerita dà i suoi benefici. Si può somministrare poi per via endovenosa. Il sangue viene prelevato e ozonizzano, messo nelle sacche con l’ozono per poi essere reiniettato. In presenza di rettocoliti ulcerose (infiammazione del retto con formazione di ulcere) l’ozono viene inoculato attraverso una sonda rettale di pochi millimetri. Iniettato localmente crea un beneficio sia a livello locale sia a livello sistemico. Una volta riassorbito l’esito benefico è totale. Nel caso in cui il paziente soffra di ulcere cutanee non trattabili con la metodologia classica è possibile ricorrere all’ozono. Un giovamento nel processo antinfiammatorio che arriva già dopo mezz’ora a contatto con la temperatura corporea. Diventando ossigeno dà un’iper ossigenazione alla cute disinfettandola. Con il gas vengono gonfiate delle sacche e messe a contatto con la pelle.

Salvatore Sinatra, anestesista dirigente medico responsabile delle cure domiciliari e della terapia del dolore della Asl di Lanusei, da dieci anni si occupa di ozono terapia nei poliambulatori ogliastrini di Lanusei, Tortolì e Jerzu. «Dopo qualche mese di trattamento c’è un ritorno alla normalità della cute, una restitutio ad integrum – spiega lo specialista – la ferita si chiude».

L’unica via per cui non può essere somministrato l’ozono è quella inalatoria. «Non si può respirare perché può creare problemi di tipo irritativo – dice Sinatra - e di conseguenza dei broncospasmi». La durata del trattamento varia a seconda della patologia. Si va da otto fino a dodici infiltrazioni. Le sedute si protraggono quindi per otto fino a dodici settimane. Prima di effettuare i trattamenti il medico può richiedere una risonanza magnetica. Si parte con una dose d’attacco, segue poi il trattamento. Dopo due o tre mesi si procede con una visita di controllo. In base anche a cosa riferisce il paziente e a come reagisce si può richiedere un’altra risonanza. «Il numero dei trattamenti non è uguale per tutti e per tutte le patologie – precisa Sinatra – in base alle situazioni si valutano quelli necessari».

L’ozono terapia viene eseguita nei tre poliambulatori ogliastrini su prenotazione al CUP e pagando il ticket. A coadiuvare il dottor Sinatra, il dirigente medico e anestesista rianimatore Mimmo Lerede. Tra le semplici regole che il paziente potrebbe seguire affinché il beneficio della terapia arrivi prima e si recuperi più velocemente c’è quella di non guidare.

Francesca Lai

© Riproduzione riservata