E’ ormai assodato che il fumo innalzi il rischio di sviluppare il carcinoma orale e le parodontopatie, ovvero le patologie a carico delle gengive e dell’osso di sostegno del dente.

Diversi studi hanno dimostrato che i fumatori hanno da 2 a 7 volte più probabilità di ammalarsi di parodontite; inoltre il fumo è associato ad un maggior rischio di perdita dei denti anche nei pazienti che si sottopongono ai regolari controlli. Gli studi scientifici e l’esperienza clinica dimostrano che la gravità della malattia parodontale è strettamente dose correlata: maggiore è il numero di sigarette fumate e più grave è il quadro clinico.

I fumatori presentano tasche più profonde e diffuse e una maggiore perdita di osso periradicolare.

Inoltre è stato dimostrato che l’efficacia delle terapie è minore nei fumatori e che la cessazione del fumo permette di ridurre il rischio di perdere i denti,ma sono necessari 20 anni per ritornare ad un rischio sovrapponibile a quello dei non fumatori.

Pertanto tra gli obiettivi di cura di un paziente parodontopatico è d’obbligo prefiggersi l’interruzione del fumo, senza questo fondamentale passaggio si otterrebbe solo un compromesso terapeutico

Manuela Mereu, 44 anni, dentista e protesista dentaria cagliaritana
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