In questi giorni in cui la guerra fra Ucraina e Russia domina sui giornali e nei notiziari tv, sono molti i genitori, e anche gli insegnanti, che si interrogano su quali siano le modalità migliori per spiegare la tragicità del conflitto ai più piccoli.

Bambini e bambine non sono isolati dal sentir parlare di ciò che sta accadendo, e sono esposti, pur con tutte le precauzioni del caso, a diverse immagini di guerra.

Psicologi e pedagoghi sostengono ormai da tempo che sia necessario dire la verità ai bambini sulle questioni familiari più delicate, come lutti o separazioni, e la stessa cosa dovrebbe valere per il conflitto in corso.

Prima regola, secondo gli esperti di “Save the children”, è lasciare il giusto spazio alle emozioni, che possono essere anche molto forti quando si tocca un tema come la guerra. Quelle dei bambini, come la paura che certe cose possano succedere anche ai propri familiari, “hanno bisogno di essere contenute e non amplificate”. Quelle degli adulti, come la paura di essere inadeguati al compito, dovrebbero invece essere “espresse senza timori, cercando spazi di confronto con altri adulti e un eventuale sostegno”.

Un buon modo per iniziare è, dunque, quello di ascoltare le domande che i bambini hanno da fare, i loro dubbi e soprattutto le loro paure, per orientare il dialogo verso ciò che per loro è davvero importante conoscere.

FAVORIRE IL DIALOGO – “Appena iniziato questo conflitto – spiega la pediatra Anna Maria Bottelli – ho intervistato qualche mio paziente della scuola primaria sul significato della parola ‘guerra’: con la spensieratezza tipica dell’età infantile mi è stato risposto che in fondo loro – soprattutto i maschi – sono abituati a fare o meglio a giocare ‘alla guerra’ e che speravano che anche quei signori lontani avrebbero fatto pace come succede a loro. Più recentemente, ormai a distanza di circa un mese, le risposte sono però diverse. Vi è la percezione - pur osservando poco le immagini televisive – di una certa ‘confusione’ unita a una ‘paura’ ingravescente”.

AIUTO CONCRETO – Secondo l’esperta, i piccoli “sentono a livello emotivo le preoccupazioni degli adulti per la popolazione martoriata. Quanto sta avvenendo genera loro una certa ansia, temendo un allargamento del conflitto anche da noi. Si sentono gratificati se vengono coinvolti dagli adulti - genitori o insegnanti - in azioni positive di aiuto concreto verso la popolazione ucraina. Rendendoli partecipi, possono elaborare tutte le cattive notizie, evitando anche sintomi da somatizzazione quali insonnia e mal di pancia tra i più frequenti”.

ASCOLTARE E RASSICURARE – I bambini "cercano sempre la verità delle cose – prosegue Bottelli – per cui numerose sono le domande riguardo alla guerra. Vanno ascoltati, rassicurati  con spiegazioni semplici ma anche con gesti affettuosi. Parlare di morte - interpretata dai bambini come abbandono - per spiegare ciò che sta avvenendo ai loro coetanei, significa essere attenti all’uso di ogni parola e all’ascolto empatico dei loro sentimenti. Noi adulti dobbiamo trasmettere positività e continuare ad educarli, curarli, proteggerli, soprattutto in momenti angosciosi”.

(Unioneonline/v.l.)

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