È in Sardegna la città italiana in cui si respira l’aria più pulita. La conferma arriva dall’aggiornamento dei dati raccolti dall’Aea, l’Agenzia europea per l’ambiente, la quale sottolinea inoltre come sullo smog ci sia ancora molto da fare, non solo in Italia ma in tutta Europa.

Se si applicano le linee guida più severe del mondo, che sono quelle dell'Oms, che raccomandano per l'esposizione a lungo termine ai PM2,5 un limite di 5 microgrammi per metro cubo d'aria, la qualità dell'aria è buona solo in 11 città in tutta Europa: il 3% dei 344 centri urbani monitorati.

Le prime in classifica, sulla base di questo criterio, sono Umeå in Svezia e Faro e Funchal in Portogallo. L'unica capitale a entrare nel novero delle prime undici è Stoccolma.

Mentre, secondo la classifica Aea, la città italiana con l'aria più pulita è Sassari, al sedicesimo posto, con 5,5 microgrammi di PM2,5 per metro cubo. Segue Livorno, con 8,4. Genova e Salerno si trovano nel gruppo delle sufficienze, poco inferiori a 10 microgrammi al metro cubo.

Le grandi città del centro sud come Roma, Napoli e Palermo si piazzano nella fascia della mediocrità. Tutti gli agglomerati della Pianura Padana sono classificati nel raggruppamento dei centri con aria di qualità scarsa.

Sempre guardando al 2021, Cremona e Padova, insieme alla città polacca di Nowy Sacz, sono stati gli unici tre centri urbani in Europa ad aver superato la soglia limite annuale dell'Ue per l'inquinamento da particolato fine (PM2,5) in atmosfera.

Aea ha anche pubblicato la relazione annuale sull'inventario delle emissioni dell'Ue 1990-2020, che mostra una continua, anche se con un recente rallentamento, tendenza al ribasso delle emissioni di sei inquinanti atmosferici: monossido di carbonio, ammoniaca, ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici, ossidi di zolfo e particolato.

Particolarmente difficili da ridurre sono le emissioni di ammoniaca, provenienti dagli allevamenti, che hanno mostrato il calo minore dal 1990, e restano concentrate in Francia, Germania, Italia e Spagna (57% del totale Ue).

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata