Intervento da record dall'equipe di Neurochirurgia del Mater Olbia Hospital (Moh), coordinata da Alessandro Olivi, professore e neurochirurgo di fama mondiale, e da Giovanni Sabatino, responsabile del reparto Neurochirurgia.

L'operazione, durata più di otto ore, per asportare con tecnica microchirurgica un tumore cerebrale, collocato in una posizione di particolare delicatezza.

"La paziente trattata è una signora di 68 anni della provincia di Sassari portatrice dal 2014 di un meningioma localizzato in prossimità del forame magno - spiega Olivi - a stretto contatto con il tronco cerebrale. L'intervento eseguito rappresenta uno dei più complessi tra quelli che si possono oggi effettuare in neurochirurgia, e questo per un duplice motivo: da una parte la localizzazione profonda della lesione, per cui era molto difficile intervenire, dall’altra la dimensione molto cospicua della massa collocata proprio vicino al tronco cerebrale, dove hanno sede i centri che controllano diverse funzioni vitali, come quelle respiratorie, cardiocircolatorie, dei movimenti oculari, uditive e motorie".

L'indicazione all'intervento chirurgico è arrivata dopo una attenta valutazione multidisciplinare eseguita dall'ambulatorio di Neurochirurgia del Mater Olbia, dove la paziente è approdata dopo che gli esami radiologici di follow-up, eseguiti negli ultimi anni, documentavano un progressivo aumento dimensionale del tumore. L'intervento è stato completato con successo e in sicurezza, grazie anche alle più moderne tecnologie offerte dalla nuova struttura ospedaliera olbiese, tra le quali la presenza in sala operatoria di un microscopio di ultima generazione, la Tac intraoperatoria e il monitoraggio neurofisiologico continuo delle funzioni vitali e l'aspiratore ad ultrasuoni.

"La presenza di queste strumentazioni di ultima generazione - sia dal punto di vista radiologico, per studiare in modo dettagliato l’approccio, sia da quello che noi chiamiamo ‘navigazione avanzata’, molto simile come concetto alla navigazione che usiamo per guidare l’auto - ci ha consentito durante l’intervento di identificare e salvaguardare tutte le strutture vitali su cui siamo intervenuti", ha continuato il neurochirurgo. "Grazie alla Tac intraoperatoria tridimensionale, ad esempio, abbiamo avuto conferma in tempo reale, quando ancora la paziente era in sala operatoria, del buon esito dell’intervento e dell’assenza di complicanze emorragiche. La complessa operazione ha avuto una durata di circa otto ore. La paziente sta ora molto bene. Portata lentamente al risveglio, è stata sin dal giorno dopo in grado di comunicare e svolgere alcune semplici attività".

(Unioneonline/v.l.)
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