Era stato fra i primi a raccontare di come il Covid-19 porta a una scomparsa del gusto e dell'olfatto. E da medico aveva applicato il suo occhio clinico proprio su se stesso, notando anche la comparsa, dopo essere stato colpito dal coronavirus, di un esantema al tronco, "micro-vescicole andate via da sole nel giro di una settimana, come una simil varicella, ma senza prurito".

Angelo Marzano, 57 anni, di mestiere fa il dermatologo ed è il medico del Policlinico di Milano guarito dopo essere risultato - fra i primi in Italia - positivo al nuovo coronavirus.

Oggi il camice bianco, ormai negativo dopo un lungo ricovero al Sacco di Milano, si è lasciato alle spalle la malattia. E tornato al lavoro ha subito messo sotto la lente i segni di Covid-19 sulla pelle: esantemi, i "geloni osservati nei bambini" e altre "spie" cutanee della malattia. Fin da quando era ancora in isolamento, l'esperto ha cominciato a ricevere "segnalazioni di altri casi, da medici e pazienti che avevano letto la mia testimonianza", racconta.

Un primo studio su 22 pazienti messi insieme in più centri da Brescia a Milano, quindi nelle zone più colpite dai contagi, è già stato pubblicato in questi giorni sul "Journal of the American Academy of Dermatology". E ora lo specialista ha messo le basi per un nuovo passo: "uno studio multicentrico nazionale", con una casistica più ampia. Il tutto sotto l'egida della società scientifica Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse).

La missione è mettere in piedi un "registro italiano. Vogliamo valutare incidenza e prevalenza di queste espressioni dermatologiche, capirne i meccanismi patogenetici", dice Marzano.

Il progetto è stato battezzato "Skin Covid-19".

"Al di là dei casi gravi - spiega lo specialista, docente di Dermatologia all'università degli Studi di Milano e dermatologo clinico della Fondazione Irccs Policlinico - queste manifestazioni si rilevano anche in pazienti asintomatici o con pochi sintomi". E potrebbero aiutare la diagnosi precoce.

Lo specialista è partito dagli esantemi simili a varicella osservati negli adulti. Casi come il suo. I primi 22 pazienti protagonisti della ricerca appena pubblicata sono stati selezionati con "criteri di inclusione rigidi: tutti positivi al coronavirus confermati da tampone. Per alcuni la malattia ha portato a condizioni più serie, altri avevano pochi sintomi. Per analizzare l'esantema l'esame istologico è stato eseguito in un terzo dei casi. Nel lavoro si evidenziavano le sue peculiarità cliniche: coinvolgimento selettivo del tronco (anche se in qualche caso si è rilevata un'estensione anche agli arti), prurito scarso o assente, presentazione precoce nei primi giorni dall'esordio dei sintomi, in media dopo 3".

In un caso addirittura il segno sulla cute precedeva di un paio di giorni i sintomi respiratori e la febbre. "Durata media: 8 giorni", per poi risolversi da solo.

"I segni di Covid sulla pelle come questo - evidenzia l'esperto - in soggetti non sintomatici possono rappresentare una spia dell'infezione. E possono indurre a fare un tampone".

Lo studio italiano è stato pubblicato in tempi rapidissimi, entro 2 settimane era già disponibile sulla piattaforma Pubmed e ha suscitato interesse. A Marzano sono arrivate tante richieste, anche dall'estero. Ed è nata l'idea di ampliare la ricerca a livello internazionale.

le manifestazioni cutanee ad oggi rilevate sono diverse: "Ci sono alterazioni simili a 'livedo reticularis', la cui origine si lega a microtrombi che si formano nei piccoli vasi della pelle, casi già segnalati in forma aneddotica in letteratura, in genere di rapida risoluzione. E' qualcosa che riflette ciò che avviene con la Covid anche in organi come i polmoni. Abbiamo poi altre forme, come l'esantema simile a orticaria e l'esantema eritematoso o morbilliforme. Si rilevano pure quadri misti".

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata