Emicrania, quando il dolore mina la qualità della vita

Quando si parla di emicrania? Che differenze ci sono con il classico mal di testa?

L’emicrania è la cefalea primaria che per frequenza e disabilità ha il maggior impatto nella popolazione generale. È estremamente comune. Secondo alcune stime ne soffre circa un quarto della popolazione. L’emicrania è ampiamente sotto-diagnosticata per la mancanza di un’adeguata conoscenza della sua presentazione che peraltro non è neppure di difficile riconoscimento se conosciuta. È una patologia che per molti che ne soffrono causa attacchi ricorrenti di dolore, che seppur fastidiosi, sono facilmente gestibili mentre per taluni è responsabile di un’importante compromissione della qualità della vita per attacchi molto frequenti e/o molto disabilitanti. Dal punto di vista epidemiologico, sappiamo che la fascia di età in cui l’emicrania ha la sua massima prevalenza è l’età giovane adulta, tra i 20 ed i 50 anni. Ma l’emicrania può essere presente in tutte le età della vita e comparire molto precocemente, anche in età prescolare e può persistere nell’età più avanzata. Nell’età giovane adulta è presente una importante differenza di genere, in quanto le donne hanno una prevalenza dell’emicrania di circa 3 volte maggiore rispetto agli uomini. Nella donna, per il ruolo attivo che gli ormoni estrogeni hanno sul manifestarsi degli attacchi di emicrania, si hanno variazioni che sono correlabili alle diverse fasi della vita ormonale. In genere la pubertà rappresenta il momento di esordio o di peggioramento della patologia, la fase mestruale del ciclo è associata al verificarsi di attacchi ed in particolare di attacchi più disabilitanti, la gravidanza coincide per molte donne con un periodo di scomparsa degli attacchi ed anche la menopausa segna per molte donne, anche se non per tutte, il momento in cui l’emicrania migliora o scompare del tutto. Nell’età dello sviluppo e nell’età più avanzata la differenza di genere è meno evidente ed i due sessi ne sono affetti con una frequenza molto simile.

La presentazione clinica tipica di un attacco emicranico consiste in un dolore ingravescente che arriva ad essere moderato o forte, che molto spesso è unilaterale ed ha carattere pulsante, che dura molte ore, anche diversi giorni e che si associa ad altri sintomi quali fastidio per la luce e/o i rumori, nausea e vomito. L’emicrania è caratterizzata da una predisposizione genetica che determina una suscettibilità ai tipici episodi ricorrenti di dolore. Nel contesto di questa suscettibilità, vari fattori possono associarsi allo scatenarsi degli attacchi. Nell’età giovane adulta, per molte donne le fluttuazioni ormonali sono uno dei principali fattori scatenanti. Altro fattore importante è lo stress come pure la carenza di sonno o abitudini di vita molto sregolate. Nei bambini il principale fattore scatenante è il sovraccarico psicofisico correlabile all’attività scolastica tanto è vero che spesso l’emicrania migliora spontaneamente nel periodo estivo o natalizio.

Simona Sacco, professoressa ordinaria di Neurologia, Uiversità dell’Aquila

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Il Covid e le malattie cardiovascolari

Si parla spesso degli effetti di Covid-19 sulle malattie cardiovascolari. com’è davvero la situazione e cosa ci aspetta?

La frenata imposta dal Covid-19 ha avuto gravi conseguenze. I dati del 2021, ancora provvisori, mostrano già una riduzione delle prestazioni cardiologiche di circa il 20%. Anche l’impiego di molti farmaci cardiovascolari, come si evince da numerose analisi, ha mostrato una stazionarietà o un arretramento. Ma l’elemento a cui bisogna prestare maggiore attenzione è che nei soggetti colpiti dal Covid si è riscontrato un aumento del 20-25% di tutte le malattie cardiovascolari, come aritmie, infiammazioni di miocardio e pericardio, cardiopatia ischemica, ictus cerebrale, malattie a carattere trombo-embolico. Questo è stato riassunto molto bene in un articolo pubblicato recentemente su Nature Medicine con dati molto solidi ottenuti negli Stati Uniti: l’evidenza emerge sia su una popolazione coeva senza infezione da Covid che in rapporto a una popolazione del 2017 analoga per caratteristiche.

Massimo Volpe, presidente della Società Italiana Prevenzione Cardiovascolare

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Prevenire le artrosi con lo specialista

Esistono dei rimedi per scongiurare la comparsa di artrosi?

L’artrosi è una malattia cronica delle articolazioni caratterizzata da perdita progressiva della cartilagine articolare e successivo danno delle altre componenti come capsula, tendini, menischi e infine l’osso circostante. Le sedi più interessate sono l’anca, il ginocchio, la colonna vertebrale, mani e piedi. Le cause sono multifattoriali e solo una parte riconosce una predisposizione ereditaria. Alcune forme sono difficili da prevenire, ma vi è evidenza che il controllo del peso corporeo, la correzione dei vizi posturali, la riduzione dei carichi eccessivi e ripetuti, la regolare pratica ginnica e il rinforzo della muscolatura a cavallo delle articolazioni svolgano un ruolo protettivo sulle cartilagini. Queste precauzioni sono tanto più efficaci quanto più sono adottate precocemente. Al fine di controllare i sintomi e l’evoluzione è utile il supporto farmacologico, sia per via generale che all’interno delle articolazioni, per via iniettiva. In questo contesto è importante il ruolo del reumatologo per differenziare l’artrosi dalle artriti e dai reumatismi extra-articolari, in modo da giungere alla diagnosi corretta e impostare la terapia più appropriata.

Alberto Cauli, direttore della Unità complessa di reumatologia, Policlinico di Monserrato

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Ecco le differenze tra riniti e influenze

Come distinguere le allergie da un malanno di stagione?

La tipica rinite allergica è quella verso gli acari della polvere con la maggiore concentrazione da fine settembre a fine novembre. Questa caratteristica fa si che ci sia una coincidenza coi raffreddori di tipo virale. Quali sono le differenze? Il raffreddore da rinovirus dura in media 7 giorni, quello da acari mesi. I sintomi allergici caratteristici sono gli starnuti a salve, il prurito al naso, agli occhi, al palato e al faringe. I pazienti allergici agli acari spesso starnutiscono durante le ore notturne e al mattino al risveglio, mentre il raffreddore virale migliora stando a letto al caldo. L'ostruzione nasale è un sintomo in comune alle due forme. Un'altra caratteristica distintiva soprattutto nei più giovani è la presenza di una dermatite che si chiama eczema atopico, che peggiora in autunno e inverno per migliorare in primavera-estate. I pazienti più gravi inoltre possono soffrire di asma. Indubbiamente, il modo più sicuro per capire se c’è una allergia o una infezione è recarsi dall'allergologo che indagherà sulla storia clinica, sulla familiarità, farà i test per le allergie sia sulla pelle, prick test, che su sangue, dirimendo la diagnosi.

Paolo Fancello, medico allergologo nelle Assl di Cagliari e Sanluri

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