La più grande banca di dati genetici sul cancro, con la mappa del Dna di 3000 tumori di 38 tipi diversi che colpiscono 20 organi.

È finalmente realtà il primo grande risultato verso le cure anticancro su misura, perché la lotta ai tumori si gioca sulle banche dati che raccolgono i loro identikit genetici, unica arma per bloccare una malattia che si manifesta in modo diverso da individuo a individuo.

Il risultato ottenuto dal consorzio internazionale Pan-Cancer Analysis of Whole Genomes (Pcawg), formato da 1.500 ricercatori di 4 continenti, è descritto in 28 ricerche pubblicate su Nature, su Nature Communications, Nature Biotechnology, Nature Genetics e Communications Biology.

"È un passo molto importante per la comprensione della biologia dei tumori e conferma in modo fortissimo che il tumore è una malattia del genoma", spiega il genetista Giuseppe Novelli, dell'università Tor Vergata.

"Il risultato sarà la base nei futuri progetti che punteranno a tradurre queste conoscenze in terapie" osservano su Nature Marcin Cieslik e Arul Chinnaiyanin, dell'università americana del Michigan.

A differenza degli studi precedenti che si concentravano sulle regioni del genoma dei tumori che codificano le proteine, il consorzio ha analizzato l'intero genoma. In questo modo si è scoperto, per esempio, che i primi segnali spia del cancro possono comparire anni prima della diagnosi: oltre il 20% delle mutazioni che guidano lo sviluppo dei tumori si verifica anche decenni prima che il tumore venga scoperto e questo potrebbe portare allo sviluppo di test per la diagnosi precoce.

Lo stesso consorzio ha inoltre scoperto tracce di virus nel 13% dei campioni studiati e identificato i meccanismi che questi utilizzano per innescare le mutazioni nel Dna che portano alla malattia.

(Unioneonline/v.l.)
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