Secondo l’Unicef almeno 1 bambino o giovane su 7 – ovvero 332 milioni nel mondo – ha vissuto per almeno 9 mesi, da quando ha avuto inizio la pandemia da Covid-19, sotto misure di contenimento della pandemia che hanno previsto l’obbligo o la raccomandazione di permanenza a casa e con conseguente messa a rischio di benessere e stato di salute mentale.

I DATI – A confermarlo uno studio condotto da Save the Children, secondo cui a causa della pandemia l'83% dei bambini di tutto il mondo avverte un aumento dei sentimenti negativi e tra i minori sono in crescita i livelli di depressione, ansia, solitudine e autolesionismo. Nei paesi dove le scuole sono rimaste chiuse dalle 17 alle 19 settimane, inoltre, il malessere psicologico è aumentato nel 96% dei casi. E anche in Italia un'indagine condotta tra i genitori di figli minori per verificare l'impatto della prima ondata di Covid-19 mostra come il 72% dei genitori giudicava i propri figli più nervosi, più tristi, più incerti, più insicuri.

Non solo: secondo un sondaggio effettuato dall’istituto Gaslini di Genova, dall’analisi dei dati relativi alle famiglie con figli minori di 18 anni a carico (3251 questionari) è emerso che nel 65% e nel 71% dei bambini con età rispettivamente minore o maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. Per quel che riguarda i bambini al di sotto dei sei anni i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione). Nei bambini e adolescenti (età 6-18 anni) i disturbi più frequenti hanno interessato la “componente somatica” (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa). In particolare, in questa popolazione è stata osservata una significativa alterazione del ritmo del sonno con tendenza al ”ritardo di fase” (adolescenti che vanno a letto molto più tardi e non riescono a svegliarsi al mattino), come in una sorta di “jet lag” domestico. In questa popolazione è stata inoltre riscontrata un’aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore.

LE MANIFESTAZIONI – "La forzata chiusura in case più o meno confortevoli, le notizie attraverso i media spesso contrastanti, confondenti e ansiogene (pensiamo alle immagini che ripetutamente mostrate hanno colpito noi adulti o la parola “morte “sentita continuamente pronunciare), il blocco di ogni attività sportiva, di gioco o di socializzazione, per bambini che non possiedono ancora la capacità critica e filtrante, sono risultati fattori altamente stressogeni”, spiega la pediatra Anna Maria Bottelli.

“Se poi questi fenomeni si inseriscono in situazioni di disagio socioeconomico già preesistente o di labilità psichica latente le successive manifestazioni patologiche psicoemotive hanno una spiegazione. Il lockdown ha fatto da detonatore. E anche la perdita di persone care come i nonni o la perdita del lavoro da parte di uno o entrambi i genitori hanno creato instabilità nell’interno delle famiglie e ovviamente evidenziato patologie neuropsichiatriche anche gravi”, prosegue l’esperta.

"In quest’ultimo periodo – spiega ancora Bottelli – ho osservato frequentemente crisi di panico, timori di inadeguatezza, cefalea, vertigini, scarso profitto scolastico, disappetenza, in bambini con vissuti particolarmente difficili per malattie o decessi dei familiari in seguito al Covid.

Anche stati d’ansia apparentemente immotivati, depressioni latenti, amplificazione di problematiche minime con percezione di difficoltà insuperabili. Autolesionismo come l’onicofagia si è palesata di più. Ma anche tic, tosse di tipo nervoso o vomito “sine materia””.

LE RACCOMANDAZIONI – Fra le raccomandazioni degli esperti affidarsi, laddove possibile ed esistenti, a percorsi di supporto psicologico e neuropsichiatrico alle famiglie e ai bambini, in grado di fornire non solo un aiuto nella fase acuta ma anche nella riduzione dei rischi di sintomalogie post-traumatiche perduranti nel tempo.

(Unioneonline/v.l.)

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