Troppo spesso, gli episodi di emicrania vengono declassati come occasionali: i soggetti che ne sono affetti non si rivolgono a un medico e si limitano all’auto-trattamento, ignorando il persistere della condizione.

Purtroppo non esiste un test o una procedura in grado di confermare la diagnosi di emicrania, ma lo specialista arriva a formularla dopo una visita medica che include un esame neurologico per scartare ragioni più serie. In alcuni casi, infatti, l’emicrania è un segno premonitore di una condizione più grave. I principali campanelli d’allarme per patologie più serie sono i seguenti: il dolore diventa fortissimo nel giro di pochi secondi; le cefalee iniziano dopo i 50 anni di età; la condizione si manifesta in persone che hanno anche febbre, rigidità del collo o uno stato confusionale.

La prevenzione

Anche per quanto riguarda l’emicrania, è possibile attuare un regime di prevenzione. Sotto la prescrizione di un medico, si può ricorrere ad alcuni farmaci che vengono utilizzati per prevenire gli attacchi, in grado di ridurre la frequenza di assunzione di antidolorifici: una delle cefalee più diffuse è infatti quella da abuso di farmaci.

Tuttavia esistono anche dei comportamenti che possono essere adottati giorno per giorno, senza ricorrere alle medicine: ridurre l’assunzione di alcolici, per esempio, è un fattore certamente fondamentale. Meglio evitare soprattutto quelli che contengono flavonoidi fenolici, come il vino rosso. Ma anche un consumo controllato di salumi e formaggi stagionati può aiutare i soggetti che accusano attacchi frequenti.

L’attività fisica

Rimane invece al centro del dibattito scientifico lo svolgimento di un’attività fisica come sistema preventivo per le emicranie. C’è chi sostiene un apporto positivo, anche legato all’umore e al dispendio energetico, e chi invece teme che l’attività fisica stessa rappresenti un potenziale fattore di rischio. Molto dipende dalla modalità: un lavoro intenso e rapido, infatti, può causare una neuroinfiammazione che si pone alla base della comparsa del dolore. Semaforo verde invece per l’attività aerobica, meglio ancora se programmata in più sessioni nel corso della settimana  per un arco di tempo non superiore ai 30-40 minuti, in modo da garantire uno sforzo e un riposo fisico adeguati. Una soluzione consigliata dai medici è una corretta idratazione, che aumenta l’ossigeno nel sangue e rende il cervello più rapido e vigile.

Il diario del “mal di testa”

Le emicranie non possono essere curate, ma controllate. Se un soggetto accusa spesso il classico “mal di testa”, viene invitato dal medico a tenere un diario degli attacchi e di tutto ciò che ha fatto nel corso della giornata prima dell’emicrania: è un modo per cercare di individuare i potenziali fenomeni scatenanti.

Se lo stress è uno dei fattori principali, le tecniche di rilassamento possono aiutare a controllare anche questo disturbo, alleviando la tensione muscolare e alterando l’attività delle onde cerebrali.

In alcuni casi, lo yoga ha rappresentato una soluzione per ridurre la frequenza delle emicranie: combina infatti posizioni fisiche che allungano i muscoli, con una respirazione profonda, la meditazione e il rilassamento.

© Riproduzione riservata