Tre anni fa fece molto clamore la relazione dell'International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, che definì la carne rossa come probabilmente cancerogena (classe 2A della classificazione dello IARC) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena (classe 1 della classificazione dello IARC). Ma in realtà si fece un po' di confusione nel dare la notizia.

La classificazione dello IARC, infatti, non dice niente sulla potenza di una sostanza nel provocare tumori e si riferisce anche ad alcuni studi vecchi che non tengono conto delle innovazioni nella produzione della carne rossa e delle tecnologie di conservazione degli insaccati.

Il fumo, giusto per fare un esempio, è un cancerogeno molto più potente degli insaccati, per cui una fetta di salame di tanto in tanto avrà minore influenza sulla salute di un paio di sigarette.

A fare chiarezza sulla materia ci prova Giorgio Poli, microbiologo e immunologo di fama internazionale, che giovedì alle 10 terrà nell'aula magna della Facoltà di Medicina di Sassari un seminario su due argomenti di estrema attualità: "Carne e cancro" contestazioni scientifiche al documento IARC/OMS; "OGM: conoscere per scegliere".

Già in altra occasione Giorgio Poli ha evidenziato come alcune delle sostanze potenzialmente cancerogene che sono state associate alle carni rosse sono presenti anche nelle verdure che vengono preparate al barbecue o fritte. E alcuni componenti tossici (come ad esempio il cadmio) sono più presenti nei cereali e nei vegetali. Insomma, il regime alimentare sano è quello che evita l'eccesso di consumo di ogni alimento, non solo di carni rosse e insaccati.

L'appuntamento è organizzato dal Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Sassari e della Consulta delle professioni del Nord Sardegna presieduta da Andrea Sarria, che spiega: "Diverse generazioni di studenti hanno fatto riferimento alle pubblicazioni scientifiche del professor Giorgio Poli per comprendere la struttura e la biologia dei virus, i meccanismi che regolano il funzionamento della risposta immunitaria e le modalità di difesa dell'organismo contro gli agenti patogeni. Le recenti acquisizioni sui meccanismi di difesa dell'organismo hanno un impatto sull'approccio diagnostico e sul processo decisionale dell'intervento medico".
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