«La menopausa è il momento che segna la cessazione della vita riproduttiva per l’esaurimento della funzionalità ovarica: tale declino è caratterizzato non solo dalla caduta degli estrogeni ma anche del progesterone e del testosterone, ormoni che nella vita della donna sono ‘registi’ del proprio benessere». Una tale chiarezza espositiva traduce il pensiero della dottoressa Monica Pilloni, dell’ambulatorio menopausa del Policlinico Duilio Casula, che è stata ospite a “15 minuti con…”, il talk sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con il gruppo Unione Sarda, condotto dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e relazioni esterne dell’Aou.

«I sintomi correlati all’ipogonadismo ipergonadotropo sono, nell’insorgere, immediati come le vampate e sintomi neurovegetativi, intermedi correlati all’ipotrofia connettivale e dei tessuti dell’apparato genitale e sintomi tardivi, che rappresentano un motivo di interesse sociale perché da essi discendono, ad esempio, osteoporosi, patologie cardiovascolari e degenerazione cerebrale», spiega Pilloni. «È importante un inquadramento precoce, con un’accurata anamnesi per la valutazione dei fattori di rischio antecedenti la menopausa, così da individuare i punti critici nell’approccio clinico. Un approccio ragionato include, oltre all’esame obiettivo ginecologico per valutare i segni della sindrome urogenitale, una valutazione ecografica per poter escludere eventuali patologie uterine e annessiali, oltre all’esame di screening per eccellenza, il Pap test. Per completare l’iter diagnostico è necessario eseguire una serie di esami: senologico e mammografico e cardiologico, del benessere osseo e del metabolismo».

«Nel counseling della donna che attraversa questo periodo critico è necessaria una valutazione dei sintomi che alterano la qualità di vita con schede validate che esplorano il loro profilo psicologico e il benessere sessuale», aggiunge la dottoressa. «Tale inquadramento diagnostico offre una traccia per poter scegliere l’approccio terapeutico migliore e più adatto alla paziente. La terapia ormonale sostitutiva è la prima scelta, ove non vi siano controindicazioni. La combinazione estroprogestinica supplisce infatti la carenza endogena e restaura il milieu ormonale garantendo un benessere sintomatologico e preventivo sui sintomi tardivi della menopausa. I controlli, con cadenza annuale, garantiscono una valutazione dell’aderenza alla terapia e eventuali correzioni per ridurre nel tempo la dose e il tipo di estroprogestinico.

«Ancora gli estrogeni o derivati del testosterone sono utilizzati in preparati topici locali per migliorare il trofismo urogenitale che, se alterato, è causa di sintomi che hanno forti ripercussioni sulla vita sessuale della donna. Pertanto il ginecologo ha tutti gli strumenti che permettono alla donna in menopausa di affrontare un periodo di anni sempre più ampio grazie all’allungamento della vita media della popolazione femminile».

Luca Mirarchi

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