Dalia Kaddari: “Corro per diventare una criminologa”
“Studio le mie tre ore al giorno sempre, anche quando ero in raduno alle Canarie”
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Ha vent’anni, è una delle donne italiane più veloci di sempre, ha già partecipato a un’Olimpiade e da due anni fa parte della Polizia di Stato con la canottiera delle Fiamme Oro. Dalia Kaddari non ci ha pensato un attimo a trasformare tutte queste cose in giustificazioni per non continuare, dopo la maturità linguistica, il suo percorso di studi. Così la quartese si è iscritta in Criminologia e a metà marzo è attesa dai primi esami: Storia del diritto italiano e Filosofia del diritto nello stesso giorno. Un debutto da brivido, come fare 100 e 200 nella stessa serata.
«Essere uscita dalla scuola facilita le cose», ammette la velocista, «posso conciliare gli impegni e mi viene molto più facile. Volevo fare un’università online perché sapendo quanto mi impegnano allenamenti, raduni e gare non avrei potuto fare ciò che serviva per frequentare». La scelta si è ristretta: «Volevo un’Università telematica, ho scelto criminologia, ho contattato eCampus perché volevo capirne di più, loro mi hanno offerto una borsa di studio per meriti sportivi. È un’Università italiana ed è una cosa che mi piace e mi è andata a pennello».
Sportiva professionista a tutti gli effetti e studentessa: «A marzo darò i primi esami, ho iniziato un po’ più tardi per sbrigare tutte le questioni amministrative», prosegue. «Le lezioni sono registrate, posso collegarmi a qualsiasi ora, dipende da quando mi alleno, se al mattino o al pomeriggio. Studio le mie tre ore al giorno sempre, anche quando ero in raduno alle Canarie. Vittoria Fontana fa anche lei la mia facoltà».
Dalia è ambiziosa in tutto ciò che fa: «Continuare gli studi era fondamentale, non mi piace fermarmi alla base, un domani non vorrei un generico posto in ufficio. Quando inizierò un’altra vita dopo lo sport voglio che mi dia altre soddisfazioni. Quando finisce lo sport è come ricominciare daccapo. Certo la possibilità di entrare nelle forze armate è importante. In fondo a trent’anni chi ti assume se non hai un titolo di studio? Non sarebbe neppure giusto pretenderlo».
Nello sport e nello studio Dalia mette gli stessi ingredienti: «So cosa voglio e mi pongo degli obiettivi, come rispettare la data di un esame e prepararsi per avere un buon voto. Certo mi rendo conto che oggi in campo metto un altro impegno, ma so che posso dare di più e so che quando sarà necessario lo potrò fare».
Curiosamente, lei e il suo allenatore Fabrizio Fanni (insegnate in pensione da pochi mesi), hanno lasciato le aule, quelle delle scuole superiori, insieme: «La vita cambia molto, prima avevo uno stile di vita diverso, posso decidere come allenarmi. È vero che lo sport resta al primo posto ma mi piace focalizzarmi su più cose. È fondamentale avere tante cose da fare e paradossalmente riesco a concentrarmi e seguirle meglio. Avendo la giornata piena riesco a fare le cose bene. Mi manca solo il fatto di non poter fare nuove amicizie, ma in questa fase un po’ per tutti l’università è in remoto, almeno parzialmente. Chi è entrato due anni fa è quasi nella mia stessa situazione». Criminologia, perché? «In Polizia vorrei riuscire ad avanzare, sinceramente mi ci vedo e vorrei prepararmi».
Carlo Alberto Melis