«Siamo dentro una coalizione con un programma preciso. Il resto sono chiacchiere». Gianni Chessa è il timoniere che ha condotto il partito sardo d'azione nel centrosinistra, sotto il fuoco incrociato di malpancisti e sconfitti. Il sette e rotti per cento raccolto nelle urne gli ha consentito di portare in dote la vittoria di Massimo Zedda al primo turno.

Cinquantacinque anni, ex esponente dell'Udc ed ex assessore della Giunta di centrodestra di Emilio Floris, è dipendente della maxi azienda sanitaria Brotzu. Conosce a menadito le critiche di una fetta dello schieramento: «Non ho tempo per occuparmi di queste cose, ho tanto da fare».

Nell'intervista realizzata da Paolo Paolini e pubblicata sull'Unione Sarda di oggi, il neo assessore risponde a molte domande.

Eccone alcune.

Cosa cambierà?

«Cagliari ha la necessità di dotarsi di un palazzetto attrezzato per i concerti, progettato per questo scopo, che ospiti almeno dieci-quindicimila spettatori. Non è possibile che i grandi appuntamenti possano essere organizzati solo d'estate».

Il suo assessorato ha competenze anche sulle chiese. Si parla da tempo di costruire una moschea: d'accordo?

«Niente in contrario: sono cattolico e rispetto tutte le religioni. La decisione però spetta al Consiglio comunale. Di sicuro non sarò un ostacolo».

Una grande opera pubblica di cui la città ha assolutamente bisogno?

«Un grandissimo acquario, costruirei il più grande al mondo. Sarebbe un richiamo turistico per proiettare Cagliari nella top ten delle città turistiche».
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