A poco più di due settimane dall'apertura dei seggi in patria, gli italiani residenti all'estero stanno già iniziando a votare.

Ma le modalità di voto previste per i connazionali sparsi per il mondo (cui spetta l'elezione di diciotto parlamentari, dodici deputati e sei senatori) tornano a destare perplessità.

Lo sa bene Natalino Scalas, originario di Assemini, ma residente da quasi 50 anni a Lakewood, California. Che segnala un caso che non esita a definire "ridicolo".

LE SCHEDE VIA POSTA - "Ieri - racconta - i miei due figli, nati in America, ma con la doppia cittadinanza, mi hanno consegnato la loro scheda elettorale per le votazioni in Italia del 4 Marzo.

Gliel'ha spedita a casa il Consolato di Los Angeles, ma entrambi non hanno intenzione di votare, perché, essendo lontani, non si interessano della politica del loro Paese di origine".

"Dunque - prosegue Scalas - ora io sono in possesso di tre schede e in teoria ho la possibilità di votare per tre volte il mio partito preferito. Mi basta - spiega - mettere una X su tutte e tre le schede, rimetterle nelle buste e rispedirle indietro come se nulla fosse. Ovviamente non lo farò, peché sono una persona onesta. Ma se non lo fossi potrei tranquillamente compiere un'azione illegale, falsando il voto. Dunque mi chiedo: non esiste un altro modo per far votare gli italiani all'estero, senza rischiare abusi o, peggio, vere e proprie frodi elettorali?".

COSA DICE LA LEGGE - Una domanda legittima, anche perché da sempre il voto all'estero è fonte di discussioni e polemiche.

Eppure la procedura stabilita per legge è proprio quella, come chiarisce sul propro sito il ministero dell'Interno: "I cittadini italiani residenti all’estero, iscritti nelle specifiche liste elettorali, votano per corrispondenza. Con questo obiettivo è istituita una circoscrizione Estero, prevista dall’articolo 48 della Costituzione, per l’elezione delle Camere". Ancora: "Quella del voto per corrispondenza è la modalità ordinaria di voto. In alternativa il cittadino italiano residente all’estero può optare, entro il termine fissato dalla legge, per votare in Italia, presso le sezioni elettorali del comune nelle cui liste elettorali è iscritto, per i candidati che si presentano nelle circoscrizioni e regioni del territorio nazionale".

O COSÌ O TORNARE A CASA - Al momento, dunque, l'alternativa è prendere un aereo e tornare in Italia per esercitare il diritto al proprio seggio di riferimento. Impraticabile.

Una soluzione potrebbe, forse, essere la predisposizione di seggi anche all'estero, ma a quel punto si innescherebbero altri problemi, logistici e di sicurezza. Oppure il voto elettronico. Una modalità di cui si discute periodicamente, ma che non ha mai trovato concreta attuazione.

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)
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