21 dichiarazioni di illegittimità, 13 di non fondatezza, 3 di inammissibilità. Questi i rilievi da parte della Corte Costituzionale al Piano casa della Sardegna che il Governo ha impugnato nel marzo dell’anno scorso. La sentenza è stata depositata ieri. Ben 27 dei 31 articoli della legge regionale erano oggetto di contestazione.

In generale sono state condivise le censure del Governo sulla proroga del Piano casa perché "è proprio l'indefinito succedersi delle proroghe, ancorate all'entrata in vigore di una nuova legge regionale sul governo del territorio o a termini di volta in volta differiti, che interferisce con la tutela paesaggistica e determina il vulnus denunciato dal ricorrente". Inoltre, "la legge regionale, consentendo interventi parcellizzati, svincolati da una coerente e stabile cornice normativa di riferimento, trascura l'interesse all'ordinato sviluppo edilizio, proprio della pianificazione urbanistica, e così danneggia il territorio in tutte le sue connesse componenti e, primariamente, nel suo aspetto paesaggistico e ambientale".

In secondo luogo, la Consulta ha boccia tutte le norme che derogano al Piano paesaggistico regionale, non derogabile senza una copianificazione Stato-Regione. Secondo i giudici, in alcuni casi le norme bocciate non "recano alcuna deroga al Ppr". Da qui la non fondatezza e non ammissibilità delle censure corrispondenti a queste ultime. 

(Unioneonline/s.s.)

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