Un’altra giornata di botta e risposta in Sardegna in vista delle elezioni regionali. Da un lato la Lega che ribadisce: «Il nostro candidato è Solinas», mentre Antonella Zedda, coordinatrice di Fratelli d’Italia, ribatte: «Per noi, ma anche per la stragrande maggioranza del tavolo regionale, il candidato alla presidenza della Regione è Paolo Truzzu. E il tavolo regionale non può non essere ascoltato».

Dal canto suo il Psd’Az, rimasto inizialmente silente, ha diramato in serata una nota firmata dal presidente Antonio Moro: «Il tavolo sardo convocato dalla Zedda (FDI) è “truccato”, composto irritualmente per precostituire una maggioranza nominale e fittizia che non trova riscontro nella realtà. Metodi inaccettabili imposti dai personalismi e dalle camarille che hanno intossicato la legislatura che si chiude. Servono ragionamenti politici e buon senso, non forzature a buon mercato» è la sintesi.

Il Carroccio, in mattinata, aveva sottolineato come, sul nome di Solinas, non ci sia mai stato un passo indietro «come erroneamente ipotizzato da alcuni media, ma la consapevolezza di un progetto condiviso con l'intero centrodestra che ha portato ottimi risultati a livello nazionale e regionale».

E anche: «Per noi è sempre utile confermare un sindaco uscente e un governatore uscente che hanno fatto bene, come in Abruzzo e in Piemonte», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, «dividere il centrodestra sarebbe un errore, perché così avvantaggi la sinistra, il che significa più sbarchi e priorità a cose come le auto elettriche».

Moro è tornato sulla questione del tavolo regionale parlando di «incongruenze che con il passare delle ore emergono in tutta la loro gravità, ad incominciare dalla cooptazione, unilateralmente decisa dalla coordinatrice di FdI, all’interno dello stesso tavolo e con uguale diritto di voto, di singoli consiglieri regionali, di sigle senza liste a supporto e di liste di nuova costituzione che non hanno alcun peso elettorale dimostrato da precedenti partecipazioni al voto in Sardegna». Citati alcuni esempi che definisce «emblematici», il presidente del Psd’Az aggiunge: «Contrariamente a quanto stabilito nella prima riunione della coalizione», non è dato seguito «come unanimemente deciso, alla costituzione, parallelamente al tavolo del programma, anche del tavolo per l’individuazione delle regole per stabilire il perimetro politico dell’alleanza di centro destra civica e sardista ed il peso di ciascun voto, in vista di possibili nuove adesioni per le elezioni del prossimo 25 febbraio. Non resta dunque che ripartire dalla correttezza e dalla lealtà, se davvero si vuole ricercare l’auspicata unità politica e di azione, lasciando da parte gli inutili personalismi».

(Unioneonline/s.s.)

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