Nomine nelle Asl, le opposizioni all’attacco: «Riforma inutile». Sul Pd Todde minimizza: «Gli strappi sono altri»
Commissari scelti in extremis, è bufera. La minoranza: «Lecito interrogarsi sulla tenuta della coalizione di governo»L’attacco del centrodestra, lo strappo col Pd che non partecipa alla seduta dell'esecutivo: per la presidente Alessandra Todde le frizioni per le nomine in extremis dei commissari delle aziende sanitarie sarde arrivano da tutte le parti.
Lei a margine delle celebrazioni per Sa Die de sa Sardigna minimizza - «È solo una posizione diversa, gli strappi sono altri, si consumano nella misura in cui ci sono emergenze insanabili» - ma dall’opposizione Fratelli d'Italia e Forza Italia attaccano duramente la giunta regionale: «La fretta per approvare una presunta riforma della sanità, a discapito di un'urgente legge Finanziaria, causando ben quattro mesi di esercizio provvisorio, è stata tanta per poi partorire il 'topolino' - dice Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale - Ovvero il commissariamento delle aziende sanitarie con alcuni professionisti che, nonostante la fin troppo esaltata discontinuità, hanno finora svolto importanti ruoli di direzione nelle aziende sanitarie, nominati nella precedente legislatura, e che difficilmente potranno fare qualcosa di diverso dal passato, se non a pena di sconfessare se stessi. Una legge di riforma inutile per il bene della sanità, ma indispensabile esclusivamente per mandare via gli attuali direttori generali, coi rischi di impugnazione e di ricorsi che ne derivano, finendo per aumentare il caos di un sistema sanitario già fragile».
«Fa piacere che finalmente anche il Pd si sia associato alle critiche e alle osservazioni del centrodestra in merito alla riforma e faccia propri i dubbi sul metodo che ha portato al commissariamento delle aziende sanitarie, evidenziando i rischi 'sotto il profilo giuridico, tecnico e politico' - ha aggiunto Truzzu - Facciamo gli auguri di buon lavoro ai nuovi commissari, nella speranza, temo mal riposta, che da oggi tutti i problemi della sanità saranno mirabilmente risolti grazie al progetto del duo Todde-Bartolazzi. Almeno non potranno più attribuire ad altri le proprie responsabilità»
Dissenso ma non ostruzionismo, ribadisce il Pd in una nota: «L'istruttoria che ha portato al commissariamento delle aziende sanitarie risulta imperfetta sotto il profilo giuridico, tecnico e politico, e rischia di costituire un rallentamento e un ostacolo all'attuazione della legge regionale 8/2025, anziché favorire il dispiegamento degli auspicati benefici effetti nei confronti della Sanità in Sardegna e, conseguentemente, della salute delle cittadine e dei cittadini». Il Partito democratico per evitare «ogni azione dilatoria, ovvero ostruzionistica», ha deciso di limitare il proprio dissenso alla «mancata partecipazione alle scelte e alla conseguente sanzione formale di esse», che si è poi di fatto tradotta «nella mancata partecipazione della propria delegazione alla riunione di Giunta appositamente convocata in data 27 aprile 2025».
Un comunicato ufficiale, attaccano i consiglieri regionali di FI, che «rappresenta un segnale politico di rilevante importanza, con la certificazione del dissenso con le scelte della Presidente e, implicitamente, con il Movimento 5 Stelle. La scelta del Pd di non partecipare alla riunione di giunta convocata dalla presidente Todde e di formalizzare il proprio dissenso sulle modalità e sui tempi di attuazione della riforma sanitaria, evidenzia una frattura interna alla maggioranza che non può essere sottovalutata. Se già su un tema fondamentale come la Sanità, settore strategico e prioritario per la vita dei cittadini, emergono divergenze così profonde, risulta lecito interrogarsi sulla tenuta complessiva della coalizione di governo e sulla capacità della stessa di affrontare in modo unitario ed efficace le ulteriori sfide ed emergenze che attendono la Sardegna».
(Unioneonline)