Conferenza stampa di fine anno per Giorgia Meloni, che davanti ai giornalisti delle maggiori testate ha fatto il punto sui primi mesi d’attività del suo esecutivo.

LA MANOVRA – L’esordio, naturalmente, dedicato alla manovra, approvata in Senato proprio in concomitanza con la conferenza. «Abbiamo approvato una legge di bilancio non facile – ha detto la premier sottolineando la «fiducia» riposta nei suoi alleati – perché potevamo dire “siamo appena arrivati, prendiamo quello che già c’è”. Invece abbiamo approvato una manovra politica, dove gran parte delle risorse, per circa 20 miliardi di euro, sono destinate al tema del caro bollette e dell’energia, ma anche su giovani, nuova occupazione e imprese».

ALLARME COVID – La presidente del Consiglio ha parlato anche del nuovo allarme Covid. «Ci siamo mossi subito per far effettuare tamponi a chiunque arrivi dalla Cina e per capire se è qualcosa che abbiamo già visto, dunque coperto da vaccini eccetera, oppure no. In questo momento le varianti individuate sono Omicron di tipo già conosciuto, dunque la situazione in Italia è sotto controllo».

Quanto a eventuali nuove restrizioni, obblighi vaccinali o addirittura lockdown Meloni ha spiegato: «Credo siano utili i controlli, i tamponi e le mascherine. Il modello di privazione della libertà adottato in passato non è stato efficace e quello che è accaduto in Cina lo dimostra». «Bisogna insomma lavorare sulla responsabilità dei cittadini», ha aggiunto la premier, auspicando un vero «coordinamento Ue» per gestire controlli e nuove emergenze. Meloni, inoltre, lanciato un «invito deciso» per le vaccinazioni a anziani e fragili. 

TASSE – Sul fronte tasse, Meloni ha spiegato che uno degli obiettivi del governo è tagliare il costo del lavoro e il cuneo fiscale di 5 punti. La premier ha assicurato che non ci saranno aumenti delle tasse per la casa e ricordato che «la riforma del Codice degli appalti è fondamentale in questo senso per fare in modo che le risorse possano effettivamente essere spese».

Sull’accusa di aver sdoganato nuovi condoni Meloni ha ribattuto: «I condoni in Manovranon ci sono: abbiamo fatto una norma che chiede a tutti di pagare il dovuto, con una maggiorazione, consentendo una rateazione. Le uniche cartelle stralciate - ha aggiunto - sono quelle vecchie più di 7 anni e inferiori a 1000 euro banalmente perché conviene allo Stato di più la loro distruzione. Vogliamo si immaginare un nuovo tipo di dialogo con i contribuenti ma senza favorire assolutamente l'evasione fiscale».

QATARGATE – Sullo scandalo del Qatargate, «una cosa – ha detto Meloni  – mi ha molto innervosito molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione “italian job”, come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un socialist job. Se avesse riguardato i conservatori sarebbe stato un conservative job. Riguarda una famiglia politica ma non l'Italia. Va difeso l'orgoglio e l'onore della nazione che rappresento dagli attacchi. Le responsabilità sono trasversali non fra i partiti ma fra le nazioni».

(Ansa)
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NATO – «Confermo la volontà dell'Italia sugli impegni presi», sul contributo dell'Italia alla Nato per le spese militari, ha anche detto Meloni parlando di politica estera, aggiungendo, a proposito degli stanziamenti, «di quanto parliamo dipende dalle condizioni che ci circondano quindi non si possono dare ore, numeri e tempistiche».

IRAN – E poi le violenze in Iran: «Quello che sta accadendo in Iran per noi è inaccettabile e non intendiamo tollerarlo oltre, abbiamo sempre avuto un approccio dialogante ma, se queste repressioni in Iran non dovessero cessare e non si dovesse tornare indietro, l'atteggiamento dell'Italia dovrà cambiare, con quale provvedimento dovrà essere oggetto di una interlocuzione a livello internazionale».

UCRAINA – Sul conflitto in Ucraina Meloni ha spiegato: «Le scelte del governo russo non devono ricadere sul suo popolo e sui suoi cittadini, voglio distinguere le due cose ma quelle scelte ci sono, sono di violazione del diritto internazionale che se fossero accettare farebbero crollare la costruzione della legalità internazionale. Temo che il principio di chi con l'uso della forza possa invadere il vicino sia poco conveniente per tutti. Per noi è inaccettabile: a noi può mancare il turismo russo, i turisti in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri. Spero che la Russia fermi questa inaccettabile guerra di aggressione: sino a quando non accadrà noi non ci fermeremo».

MIGRANTI – «Abbiamo approvato una norma che riguarda il rispetto del diritto internazionale da parte delle organizzazioni non governative», ha detto Meloni a proposito delle ong impegnate nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. «Non ho attuato il blocco navale per come molti di voi lo hanno raccontato in questi anni, ossia come un atto di guerra», ha poi spiegato la premier. «Non lo intendo infatti come mandare le navi della Marina contro i Paesi del Nord Africa e scatenare una guerra. La mia ipotesi è una missione europea, in accordo con le autorità nordafricane, per bloccare le partenze, formare degli hotspot e ridistribuire rifugiati in Europa. È quello su cui continuo a lavorare. Le cose si fanno con serietà».

ENERGIA – Quindi l’approvvigionamento energetico: «Stiamo lavorando per risolvere il problema della strettoia dei nostri gasdotti nel centro Italia, che attualmente è troppo piccolina. Quando si risolverà, l'Italia avrà la possibilità di valorizzare anche diverse città del Sud Italia, anche sul tema dell'approvvigionamento del gas e i gasdotti. Sarebbero più che contente di avere sviluppo affrontando una questione che è strategica per l'Italia e l'Europa». 

PRESIDENZIALISMO – La premier ha anche confermato l’intenzione di portare avanti la riforma costituzionale per arrivare all’elezione diretta del presidente della Repubblica. «Servono governi frutto di chiara indicazione popolare» e io «vorrei lasciare in eredità – ha spiegato Meloni - istituzioni più veloci, stabili e attente ai bisogni dei cittadini». 

MSI – Sulle polemiche per i post celebrativi della nascita del Movimento Sociale Italiano, Meloni ha ricordato che molti rappresentanti dell’attuale governo «vengono da quell’esperienza e sono stati eletti democraticamente, quindi significa che per la maggioranza degli italiani quell’esperienza non era impresentabile».

(Unioneonline/l.f.)

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