Dopo la bocciatura ufficiale della manovra da parte della Commissione europea di ieri, nell'informativa urgente alla Camera sulla legge di bilancio il premier Giuseppe Conte sembra aver aperto a Bruxelles, lanciando alcuni segnali distensivi sui prossimi passi dell'esecutivo italiano.

Il governo italiano trasmetterà "una replica ben articolata ed esaustiva allo scopo di illustrare i programmi e le decisioni", ha fatto sapere il primo ministro.

"Nella risposta all'Ue ribadiremo e puntualizzeremo gli effetti della manovra sulla crescita: ci sarà un'accelerazione degli investimenti e una rimodulazione in Parlamento di alcuni interventi se possono accrescere gli effetti positivi sulla crescita senza alterare ratio e contenuti", ha dichiarato.

Parlando della possibilità che il prossimo vertice europei dei ministri dell'Economia e del Tesoro, in programma il prossimo 22 gennaio, dia avvio ufficialmente all'iter per la procedura di infrazione per debito, ha affermato: "Nel caso in cui l'Ecofin dovesse decidere di aderire alla raccomandazione della Commissione chiederemo tempi di attuazione molto distesi. Questo tempo ci servirà per consentire alla manovra economica di produrre i suoi effetti sulla crescita e, grazie a questo, di ridurre il debito pubblico".

Poco prima in Senato, durante il question time, era intervenuto il ministro dell'Economia Giovanni Tria, che aveva espresso preoccupazione per le tensioni tra Roma e Bruxelles, che hanno avuto ripercussioni negative sull'economia italiana.

"Se l'aumento dello spread persistesse nel tempo la traslazione sui tassi praticati dalle banche sui mutui potrebbe risultare più significativa", ha dichiarato, "il disegno delle misure della legge di Bilancio è ancora in via di definizione per garantire la massima efficacia in termini di occupazione e sviluppo".

Ha poi lasciato intravedere possibili modifiche del testo: "Le novità ci saranno quando ci sarà la trattativa", ha detto ai microfoni dei giornalisti.

LO SCONTRO MOSCOVICI-SALVINI - Nelle scorse il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici aveva risposto alle parole di Matteo Salvini che ieri, dopo la bocciatura della manovra, aveva commentato ironicamente: "È arrivata la lettera di Bruxelles? Va bene, aspettiamo quella di Babbo Natale".

"Non mi sono messo il vestito rosso o la barba bianca e non sono Babbo Natale - ha detto in un'intervista al Corriere della Sera -. Sono il commissario agli Affari economici e finanziari e penso si debbano trattare queste questioni con rispetto reciproco, serietà e dignità".

"L'opinione della Commissione è un passaggio importante di una procedura prevista dai trattati, che sono approvati da tutti - ha aggiunto -. Non con disinvoltura e un'ironia che stride. È importante per gli italiani e per tutti gli europei. Diamoci da fare perché c'è tanto lavoro in questa situazione che nessuno ha voluto. Certo non noi. Il dialogo non è un'opzione, è un imperativo necessario più che mai".

"Il popolo italiano - ha replicato ancora Salvini - non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua a insultare l'Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta: la pazienza è finita".

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