I Cinquestelle continuano a perdere pezzi.

Dopo il caso dei tre senatori Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi, sarebbero altri dieci i pentastellati a Palazzo Madama pronti a votare no alla Manovra e a lasciare il Movimento per migrare altrove.

E Luigi Di Maio corre ai ripari, convocando nel pomeriggio i "facilitatori", quelli chiamati a guidare il rilancio del Movimento. O, per meglio dire, a salvarlo.

"Questo governo deve andare avanti, senza indugi e polemiche. Chi rema contro, rema contro il Paese", scandisce il capo politico M5s.

Serve un "cambio di passo", aggiunge. "A gennaio - spiega in un'intervista a Repubblica - si ripartirà con una nuova agenda e un nuovo cronoprogramma per mettere in chiaro ciò che vogliamo realizzare. I primi passi compiuti in legge di bilancio sono stati importanti e significativi, a dimostrazione che quando si lavora da squadra i risultati arrivano".

Quanto ottenuto finora deve "spingerci a lavorare con ancora maggiore intensità, per rispondere alle richieste legittime degli italiani", dice Di Maio: "Dobbiamo accelerare per ottenere quanto prima nuovi risultati, a partire dai diritti sociali, come la casa, il diritto a curarsi in tempi certi e quello di avere uno stipendio dignitoso per ogni lavoratore, che passa attraverso il salario minimo orario".

Obiettivi, sottolinea, su cui "non possiamo permetterci il lusso di perdere terreno".

(Unioneonline/D)
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