Ringraziamenti a chi lo ha votato (compresi i senatori non di centrodestra), ai suoi predecessori, a Liliana Segre, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Giorgio Napolitano.

Ha iniziato così, Ignazio La Russa, il suo discorso di insediamento come presidente del Senato.

La Russa ha anche citato Pertini: "Ho cominciato a far politica appena nato, mio padre faceva politica, aveva la sue idee mai rinnegate. Io ho iniziato nelle organizzazioni giovanili, nei momenti della contestazione, della violenza, della resistenza al terrorismo. Una frase mi ha sempre ispirato su come comportarmi, una frase di un presidente di estrazione non proprio come la mia: Sandro Pertini. 'Nella vita è necessario sapere lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza'. E io aggiungo che la lotta serve non solo quando pensi di poter vincere, ma anche quando pensi valga la pena di essere vissuta".

Il neopresidente del Senato ha anche reso onore alla resistenza ucraina, ai caduti di tutte le guerre, al generale Dalla Chiesa, al commissario Calabresi e a Giovanni Falcone.

E non ha mancato di ricordare proprio gli anni di piombo, del terrorismo, della contestazione, che ha vissuto da giovane militante del Fronte della Gioventù. E lo ha fatto citando tre giovani rimasti vittime di quegli anni di aspra lotta, uno di destra – Sergio Ramelli – e due di sinistra – Fausto Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci.

Poi La Russa ha parlato di riforme: “Anche in questa legislatura ci si aspetta e si parlerà di riforme. Non dobbiamo favoleggiare il 'tutto e subito', ma soprattutto non bisogna temerle. Bisogna provare a realizzarle insieme. E al Senato può spettare il via alla necessità di aggiornare - non la prima parte che è intangibile - ma quella parte della Costituzione che dia più capacità di dare risposte ai cittadini e di appartenere alla volontà del popolo".

In conclusione, La Russa ha assicurato: “Sarò il presidente di tutti, ve lo giuro”.

(Unioneonline/l.f.)

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