«Una pietra tombale sulla decadenza». Così la presidente della Regione Alessandra Todde a proposito della sentenza della Corte Costituzionale che ha annullato l’ordinanza ingiunzione del collegio elettorale di garanzia della Corte d’Appello di Cagliari.

Dopo dieci mesi di «senso di precarietà», oggi in conferenza stampa la governatrice ha dichiarato di essersi levata dalla scarpa non un sassolino, «ma un macigno». Ora, «la nostra azione potrà avere sicuramente un respiro più ampio, c’è tanta voglia di cambiare la Sardegna».

Questo potrebbe voler dire anche rivedere la composizione della Giunta, ma, nel caso, «se ne parlerà solo dopo la Finanziaria». Quindi a gennaio.

Todde intende imprimere un forte cambio di passo sulla sanità. Questo determinerà anche un cambio di assessore? «Al di là delle persone dobbiamo discutere delle cose da fare. Mi sono anche confrontata con il segretario del Pd su questi temi. È importante che le persone si sentano rappresentate in un contesto di sofferenza in cui i cittadini non si sentono adeguatamente presi in carico. Nei nostri ospedali ci sono tante eccellenze. In certi casi si lavora in un contesto in cui c’è molta ostilità e tensione, credo che si debba pacificare il mondo della sanità dando la possibilità a chi sa lavorare di farlo correttamente e non in emergenza, e senza paura di dire che alcune cose non funzionano e che devono essere riorganizzate”.

Ad ascoltare la sofferenza nel mondo degli ospedali si cimenta in questo periodo l’assessora al Lavoro Desirè Manca. È ipotizzabile un suo passaggio alla guida della Sanità al posto di Bartolazzi? «L’assessora al Lavoro si concentra sul lavoro. Non bisogna confondere una spinta che lei ha sempre avuto da consigliere regionale, visto che si è sempre occupata di questi temi, con cambi che non sono realistici». 

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