Bruxelles porta all'attenzione, tra le politiche virtuose, il Patto stretto tra Sardegna, Corsica e Baleari per lavorare insieme con l'obiettivo di contrastare gli svantaggi causati dalla condizione geografica e avere un ruolo da protagonisti nello sviluppo futuro dell'Europa.

Oggi si è tenuta nella sede del Parlamento europeo la riunione "Le Isole dell'Unione europea di fronte alla sfida della politica di coesione post 2020", organizzata dall'Intergruppo parlamentare Isole alla quale ha partecipato, in rappresentanza del presidente della Regione Francesco Pigliaru, l'assessore agli Affari generali Filippo Spanu.

Al tavolo erano presenti anche il presidente della Corsica Gilles Simeoni e, in rappresentanza della presidente delle Baleari Francina Armengol, il responsabile delle politiche di cooperazione europea Pablo Pindados.

Al centro del dibattito temi centrali per la Sardegna, oggetto dell'accordo tra le realtà isolane europee.

Secondo quanto affermato da Spanu, la posizione delle tre realtà insulari è che lo scenario normativo e programmatico post-2020 non lasci indietro le isole ma, al contrario, possa contare sull'attivazione di necessari specifici dispositivi normativi, calibrati sulle sfide dei territori insulari che tengano conto di fattori quali il bacino demografico, l'estensione territoriale, la distanza chilometrica e temporale dal Continente.

Non si mira quindi a ottenere uno status privilegiato, ma al contrario la necessaria compensazione che permetta alle isole oggettivamente periferiche, ai cittadini e alle imprese di questi territori di essere sullo stesso piano competitivo delle altre regioni.

Da qui la necessità di incidere sulla normativa europea a partire dalle regole sugli aiuti di Stato, che non tenendo conto della peculiarità insulare come fattore strutturale di svantaggio, penalizzano soprattutto sui fronti trasporti ed energia.

(Unioneonline/F)

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