«Approfitto per ribadire che l'Italia non intende inviare soldati in Ucraina».

Così la premier, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue.

«Per quello che concerne l’altro elemento dirimente della trattativa, ovvero le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, come strumento per scongiurare guerre future, sono tre gli elementi dei quali si sta discutendo. La garanzia di un solido esercito ucraino; l’ipotesi di dispiegamento di una forza multinazionale, in Ucraina, per la rigenerazione delle forze armate, guidata dalla cosiddetta coalizione dei volenterosi, ma con partecipazione volontaria di ciascun paese; e garanzie da parte degli alleati internazionali – a partire dagli Stati Uniti – sul modello dell’articolo 5 del patto atlantico, opzione che tutti ricordate essere stata proposta proprio dall'Italia, a dimostrazione del contributo fattivo della nostra Nazione all’obiettivo di una pace giusta e duratura».

Importante, ha aggiunto, «il mantenimento della pressione sulla Russia» che, a differenza di quanto dice la propaganda, «si è impantanata in una durissima guerra di posizione a costo di enormi sacrifici. Questa difficoltà è l'unica cosa che può costringere Mosca ad un accordo».

Poi l’affondo sull’Europa: «Siamo convinti che la complessità di questo momento imponga uno sguardo pragmatico capace di superare i dogmatismi ideologici. Penso che questa sia la strada maestra per rispondere alla nuova strategia di sicurezza americana. È inutile e dannoso lanciare strali contro un nemico immaginario, il vero nemico sono la nostra incapacità di decidere e l'ideologia del declino che l'Unione europea ha drammaticamente sposato in questi anni».

(Unioneonline) 

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