Buoni servizi sanitari in Sardegna, l’accusa: «Troppe distorsioni»
Il consigliere regionale Stefano Schirru: «Servizi erogati da strutture non accreditate a pazienti selezionati per reddito e non per patologia: esclusi gli oncologici»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Le strutture private accreditate sono escluse dall’erogazione dei servizi, l’accesso alle prestazioni sanitarie urgenti è riservato ai soli soggetti esenti per reddito e non sono inclusi i titolari di esenzioni per patologie, anche gravi, come i pazienti oncologici. Queste, secondo il consigliere regionale di Alleanza Sardegna, Stefano Schirru, le principali criticità dell’avviso sui “Buoni Servizi Sanitari”, varato dall’assessorato regionale al Lavoro assieme a quello della Sanità.
Il bando, spiega l’esponente dell’opposizione, «prevede l’utilizzo di risorse pubbliche per prestazioni sanitarie erogate da strutture private non accreditate al servizio sanitario regionale, escludendo invece il privato accreditato, che costituisce parte integrante e strutturale del sistema, opera sulla base della programmazione regionale ed è sottoposto a un sistema stringente e continuo di requisiti, controlli e verifiche in termini di qualità, appropriatezza, sicurezza delle cure e tutela dei pazienti».
L’esclusione, secondo Schirru, «rischia di indebolire l’impianto complessivo del sistema sanitario regionale e di svilire il valore stesso dell’accreditamento istituzionale».
La misura, inoltre, agli occhi del rappresentante di Alleanza Sardegna, «non persegue in modo efficace l’obiettivo dichiarato di riduzione delle liste d’attesa: limita l’accesso alle prestazioni sanitarie urgenti ai soli soggetti esenti per reddito, escludendo cittadini con identico bisogno clinico e titolari di esenzioni per patologia, anche gravi, come i pazienti oncologici (codice 048)».
Si introduce così «un criterio che rischia di risultare discriminatorio in ambito sanitario, facendo prevalere il requisito reddituale sul bisogno clinico, in contrasto con i principi fondamentali del servizio sanitario».
Alla luce di queste criticità, conclude Schurru, «chiederò chiarimenti alla presidente della Regione e all’assessora al Lavoro. L’obiettivo è condivisibile, non lo è il metodo: le risorse pubbliche devono rafforzare il sistema sanitario, non aggirarne le regole».
(Unioneonline/E.Fr.)
