Trovato l'accordo sul decreto fiscale con l'eliminazione dal testo dello scudo fiscale e del condono penale per il rientro dei capitali dall'estero, per l'Esecutivo resta da risolvere la controversia relativa al decreto sicurezza, punto nodale del programma leghista, che provoca non pochi malumori tra gli alleati pentastellati.

Secondo alcuni osservatori, il ritiro degli 81 emendamenti presentati nei giorni scorsi dai deputati grillini sul testo sicurezza sarebbe la "contropartita" per il ritrovato accordo politico in materia fiscale, e il vicepremier Luigi Di Maio getta acqua sul fuoco per tranquillizzare il collega di governo: "Sugli 81 emendamenti al decreto sicurezza presentati dai parlamentari del M5S troveremo una soluzione. In questi giorni e' stato difficile parlarci".

I nodi da risolvere, per una componente del gruppo grillino, sono soprattutto quelli relativi all'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, la stretta sul sistema di protezione e gestione dei richiedenti asilo (Sprar), e soprattutto il tema della legittima difesa, e in particolare quella parte del dl che prevede la non punibilità di chi si difende e la discrezionalità sul tema lasciata ai giudici.

Come spiega il senatore del Movimento 5 Stelle Nicola Morra: "La pensiamo in maniera diversa (…) la legittima difesa non può consentire che nel nostro Paese tutti quanti possano girare armati, sparando per ogni motivo".

Nel pieno della crisi dei giorni scorsi, sul tema era intervenuto anche il leader leghista, commentando amaramente via Facebook: "Perché dal M5S sono arrivati 81 emendamenti? 81 emendamenti, come se fossero una forza di opposizione. (...) Ragazzi, non è così che si lavora e si fa tra alleati, se c'è da suggerire qualcosa, ben contento. Dieci, quindici emendamenti ci stanno, suggeriti da sindaci, associazioni, ma 81 da una forza di maggioranza, dai...".

(Unioneonline/b.m.)

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