«L'unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l'opposizione giudiziaria».

Lo ha detto, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Difesa Guido Crosetto. Aggiungendo: «A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee...».

Parole che hanno innescato immediate reazioni e polemiche.

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, parla di «fuorviante rappresentazione di una magistratura che rema contro e che possa farsi opposizione politico-partitica».

Per il presidente del M5S Giuseppe Conte le accuse di Crosetto sono «gravissime», mentre gli esponenti del Pd si dicono «stupefatti». «Se il ministro sa qualcosa che mette in pericolo la sicurezza nazionale, lo dica. Diversamente, la smetta questo governo di lanciare velate minacce e di lamentare infondati complotti, cercando di nascondere le difficoltà della manovra di bilancio», commenta la parlamentare dem Debora Serracchiani.

«Oggi Crosetto evoca un'attenzione speciale di parte della magistratura nei confronti della politica. Se il ministro della Difesa dice certe cose, sicuramente non parla a caso e il suo ragionamento va preso sul serio», scrive sui social Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Aggiungendo: «Crosetto ha un problema grande come una casa nella sua coalizione. La riforma della giustizia è sparita dal radar per volontà di Giorgia Meloni. Il vittimismo del governo si scontra con la realtà: loro fanno interviste ma non fanno riforme. La vera domanda è: caro Guido, perché la Meloni ha bloccato la riforma? Di cosa avete paura?».

Dopo il polverone, Crosetto è tornato sulla sua intervista, spiegando: «Curioso e surreale. Intanto perché tutto ho fatto tranne che minacciare o delegittimare qualcuno. Ma poi, davvero, dopo i casi Tortora, Mannino, Mori e la storia di centinaia di persone dal 94 ad oggi, si può nascondere come si è comportata, nella storia italiana, una parte (non certo tutta, ripeto) della magistratura? Penso proprio di no».

(Unioneonline/l.f.)

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