Eolico, Todde alza i toni e va allo scontro con il governo: «Non ci faremo prendere in giro». Il ministero: «Stupiti»
La presidente della Regione attacca l’esecutivo e il ministro Pichetto Fratin sulla mappa delle aree idoneeSulle aree idonee si apre una crepa tra governo e Regione Sardegna, capofila per la definizione dei criteri territoriali: «L’ho detto chiaramente e lo ribadisco: la Sardegna non si farà prendere in giro».
Non usa mezzi termini la presidente della Regione Alessandra Todde, che alza i toni e anche sui social attacca il governo e il ministro Pichetto Fratin sulla mappa delle aree idonee che non tiene conto delle osservazioni presentate dalla Regione dieci giorni fa in occasione di un vertice.
«In questo momento – ha scritto - il nostro territorio è sotto attacco speculativo e noi riteniamo necessario difenderlo con ogni strumento possibile. Siamo convintamente a favore della transizione ecologica, che ci permetterà di fare a meno delle centrali a carbone che inquinano i nostri territori. Potremo così salvaguardare la salute delle sarde e dei sardi che in quei territori vivono e contrastare il cambiamento climatico di cui già subiamo l’effetto, con la siccità che minaccia le nostre attività e le nostre vite. Siamo però totalmente contrari a chi, strumentalizzando parole come tutela dell’ambiente o sostenibilità, specula e lucra barbaramente su territorio, suolo e paesaggio».
Le istanze
Dopo l'incontro del 21 maggio scorso al ministero dell'Ambiente la strada sembrava tutta in discesa. Invece la bozza ha rotto l'equilibrio che si era creato.
Le tre istanze portate da Todde al Mase riguardavano, in primo luogo, il cosiddetto burden sharing, ovvero la quota di rinnovabili che la regione deve prendere in carico. «Abbiamo chiesto di decidere noi dove, perché abbiamo beni identitari da proteggere, territori agricoli vocati che dobbiamo difendere e anche un contesto paesaggistico che deve essere messo a fattor comune».
La seconda cosa richiesta è relativa ai parchi eolici offshore, «che potrebbero rientrare all'interno delle autorizzazioni: anche se sono acque internazionali, quindi oltre le 12 miglia, devono essere considerati 100% impattanti la Sardegna, perché incidono sulla nostra economia, sulla nostra pesca, sul turismo, su attività che sono nostre». Nella bozza, invece, per il raggiungimento degli obiettivi di potenza l'intenzione è quella di tenere conto del «40% della potenza nominale degli impianti a fonti rinnovabili off-shore di nuova costruzione entrati in esercizio dal 1 gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell'anno di riferimento le cui opere di connessione alla rete elettrica sono realizzate sul territorio della Regione o provincia autonoma». Una proposta, quella dell'esecutivo, «inaccettabile» per la Sardegna.
Il terzo punto, infine, riguarda la crescita. «In questo momento abbiamo autorizzazioni che eccedono il limite di 6.2 posto fino al 2030 dal governo e dalla normativa europea e su quello abbiamo detto» all'esecutivo di «starne fuori - spiega -: noi dobbiamo decidere come vogliamo crescere dal punto di vista energetico, come organizzare il nostro territorio e organizzare la produzione di energia sulla base della nostra economia. Lo faremo con un piano energetico e con una crescita organica».
Le reazioni
Da fonti del ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica trapela stupore per questo improvviso innalzamento dei toni: «Sul decreto Aree idonee le interlocuzioni sono proseguite informalmente anche nel fine settimana con spirito costruttivo. Sorprende quindi la posizione della presidente Todde». Al Mase, comunque, «c’è fiducia che domani, nel corso della Conferenza delle Regioni, il dialogo possa procedere in maniera serena e positiva al fine di giungere a una posizione condivisa».
(Unioneonline/D)