Ultimi giorni di campagna elettorale in Sardegna in vista del voto per le elezioni regionali di domenica 25 febbraio.

Nell’Isola i big nazionali lanciano la volata per i rispettivi candidati. Ieri la premier Giorgia Meloni, con i vice Salvini, Tajani e gli altri alleati, ha presentato alla Fiera di Cagliari gli impegni del governo per l’Isola e ribadito il sostegno a Paolo Truzzu. La segretaria del Pd Elly Schlein ha invece indicato Alessandra Todde. Lucia Chessa, leader di Sardigna R-esiste, è impegnata negli ultimi incontri (oggi a Sassari e domani a Nuoro), Renato Soru ieri al teatro di San Giuseppe di Nuoro ha chiuso la sua campagna elettorale per quanto riguarda la Barbagia.

MELONI – Nel discorso di Giorgia Meloni protagonista è stata l'unità della coalizione: gli avversari divisi le offrono un rigore a porta a vuota, lei lo trasforma davanti a un tifo da stadio. Mescolando ironia e polemica, ha fatto riflessioni soprattutto sulle questioni nazionali mentre per le Regionali ha ribadito il legame di ferro con Truzzu: «Ma non è candidato perché è mio amico. Conosco Paolo da vent'anni perché è nato e cresciuto nella militanza politica: è facile appassionarsi alla politica se inizi già con lo stipendio da parlamentare, meno se per sostenere le tue idee devi togliere tempo a ciò che ami fare».

SCHLEINElly Schlein, nel suo secondo giorno in Sardegna, ha ribadito che l’Isola «non è e non sarà mai un laboratorio, né sede di test nazionali». «Quello che c'è in gioco – ha detto - è il futuro di questa terra, di questa comunità orgogliosa che cerca il suo riscatto». La giornata della leader dem è iniziata con una visita dal mercato di via Quirra, accompagnata dal segretario regionale del Pd Piero Comandini, dal senatore Marco Meloni e da alcuni candidati. «Qui tocchi con mano la fatica del potere d'acquisto che è calato nelle famiglie». Poi la visita alla sede del gruppo L'Unione Sarda. Dove ha parlato anche dell'assalto eolico e fotovoltaico in corso nell'Isola: «Se il Governo con ignavia continua a non decidere, e se manca una programmazione che la Regione non ha fatto negli ultimi cinque anni lasciando esposti i territori, succede che arriva la grande multinazionale di turno e offre una valanga di soldi al piccolo proprietario di terreni o produttore agricolo in difficoltà. E ci si trova così nel Far West: questo è consumo di suolo, non transizione ecologica. Per prima cosa bisogna coinvolgere le comunità: dove la transizione ha funzionato si è scelta questa strada».

CHESSA – Sullo stesso tema si è espressa Lucia Chessa, altra candidata alla carica di governatore: «Il tappeto steso negli ultimi anni ai grandi gruppi dell'eolico è una responsabilità che si stanno rimpallando gli altri schieramenti: Truzzu da una parte e il centrosinistra diviso in due dall'altra, con Todde e Soru. Ma le colpe dell'assalto alla Sardegna sono equamente distribuite tra tutti. Noi siamo l'unica formazione a non avere responsabilità sullo stato attuale in cui versa l'Isola».

SORU – Dal palco del teatro di San Giuseppe a Nuoro, Renato Soru non ha risparmiato bastonate ai leader del centrodestra («Vengono qui e non sanno nulla della Sardegna») e attaccato Giuseppe Conte e Pier Luigi Bersani («Tornatevene a casa»). E ancora: «In questa campagna elettorale è chiaro che non stiamo parlando della Sardegna, ma del Governo nazionale che viene qui a fare sfilate e a cercare un referendum su se stesso». E per quanto riguarda il suo programma: «Non possiamo vivere solo di turismo e pane carasau», soffermandosi inoltre su transizione verde e agricoltura verde «contro l'assalto al vento e al sole dell'Isola, grazie a un decreto - ha accusato - fatto dal Governo con la complicità del presidente della Regione». Per Soru il vento e il sole «devono garantire un reddito aggiuntivo per chi lavora in campagna, portare vantaggi alle bollette dei cittadini e delle aziende».

(Unioneonline)

Tutti i dettagli e gli approfondimenti su L’Unione Sarda in edicola e sulla app

© Riproduzione riservata