Il dissenso dei pentastellati al governo Draghi potrebbe diventare un caso politico e far traballare l'alleanza tra Pd, M5s e Leu.

La prossima settimana si vota la fiducia e la dirigenza dei cinquestelle sta lavorando per ridurre da 40 a non più di 20 il numero dei senatori dissidenti (sui 92 complessivi) e a una decina i deputati a Montecitorio (su 190). La senatrice Barbara Lezzi ha ribadito il proprio "niet" e la richiesta di una seconda votazione su Rousseau; a lei si sono uniti Mattia Crucioli, anch'egli senatore, e Pino Cabras, deputato. Alla Camera sono orientati al no anche Francesco Forciniti, Alvise Maniero e Raphael Raduzzi.

GRILLO E CASALEGGIO - In serata arriva l'appello di Casaleggio a favore dell'astensione: "Se non sarà possibile sottoporre un nuovo quesito agli iscritti credo sia comunque importante non creare una divisione nel gruppo parlamentare - dice -. Molti parlamentari mi segnalano che vorrebbero votare contro non essendo passibili di sanzioni disciplinari sulla base dei precedenti e delle regole attuali, ma credo sia importante in questo momento lavorare per la massima serenità di tutti nel rispetto di regole e principi che ci siamo dati. Per questo motivo, auspico che chi senta il disagio nel sostenere questo Governo percorra la scelta della astensione".

A perorare la causa del sì al governo è stato in serata di nuovo Beppe Grillo: in un post ha raffigurato Draghi con la scritta "Now the environment. Whatever it takes". Ora l'ambiente, a qualsiasi costo.

(Unioneonline/D)
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