Dopo il fumo delle parole, da oggi sul ddl Zan scendono in campo i fatti, e cioè gli atti parlamentari che dovrebbero concretizzare quanto detto fino ad oggi. Alle 12 è scaduto il temine per presentare gli emendamenti per modificare il testo, che sono stati oltre mille.

Per lo più si chiede lo più la modifica degli articoli 1, 4 e 7: libertà di espressione, salva idea e gender nelle scuole.

La parte del leone la fa la Lega con 672 emendamenti, ai quali si aggiungono 20 solo dal senatore Roberto Calderoli. Anche Italia viva ha presentato le sue richieste: 4 di cui due a firma del capogruppo, Davide Faraone, insieme al collega Giuseppe Cucca e due di Cucca con il socialista Riccardo Nencini.

134 quelli da Forza Italia mentre 127 da Fratelli d'Italia. La senatrice Udc, Paola Binetti, da sola ha chiesto un'ottantina di modifiche.

Le Autonomie ne hanno proposte 4. Un po' più difficili i conti per quanto riguarda il gruppo Misto: 5 da Gregorio De Falco; 3 da Mattia Crucioli dell'Alternativa C'è.

Fino a poche ore fa si ipotizzava una mediazione che richiedeva un minimo di fiducia reciproca, dopo le accuse di Enrico Letta che ha definito "omofobo" Matteo Salvini.

Il leader di Iv, Matteo Renzi, ha affermato che a suo giudizio "un compromesso è possibile sugli articoli 1, 4, e 7", vale a dire quelli che, rispettivamente, introducono il concetto di identità di genere, che trattano la libertà di espressione e che riguardano l'insegnamento anti-discriminazione nelle scuole. Secondo Renzi "un accordo è a portata di mano", perché " la Lega, dopo mesi di ostruzionismo, ora si dice disponibile". In tal senso il leader di Iv dice di "non capire perché Letta si sia messo di traverso". E a rivendicare l'invito al "dialogo" è stato anche Salvini.

Gli emendamenti sul disegno di legge sotto i riflettori saranno, dunque, quelli che presenterà la Lega. Ma proposte di modifica sono annunciate anche dai senatori Riccardo Nencini del Psi (sull’art. 4, perché la sua formulazione è “scivolosa”) e Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie, sugli articoli 1, 4 e 7" per "favorire un compromesso".

In ogni caso al momento di votare gli emendamenti, indipendentemente da chi li avrà presentati, si arriverà ai nodi politici: Iv sarà disposta a votare insieme al centrodestra e a spostare quindi il proprio baricentro verso destra? In caso di esito incerto il Pd dirà sì, per esempio proprio sull'articolo 4, ad un emendamento che sia comunque accettabile e non renda incoerente il testo?

In casa Dem la fiducia verso la Lega è nulla: "Chi è omofobo in Europa non può essere un credibile interlocutore in Italia", ha detto Enrico Letta ricordando che la Lega al Parlamento europeo ha votato in favore dell'Ungheria di Orban e della sua legge anti Lgbt. "Non si può essere omofobi in Europa e poi voler dialogare con noi: è incompatibile", ha precisato.

È così che, sull’iter del provvedimento, al momento sono confermate le previsioni di un quasi certo slittamento a settembre. Molto dipenderà dal numero delle richieste di modifica, ma si rafforza sempre di più - con i decreti in scadenza, il Sostegni-bis e il Recovery, ormai alle porte - l’idea che dopo la ripresa del dibattito nell’aula del Senato, l’esame sia aggiornato. E lo stesso governo non intende favorire uno scontro in maggioranza prima della pausa parlamentare estiva.

(Unioneonline/v.l.)

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