Controllati a vista.

Da quando indossano la muta al momento in cui escono dall'acqua.

I pescatori non possono sbagliare: chi nei fondali dell'Area marina protetta del Sinis pesca più del consentito (500 ricci a persona) rischia una sanzione e la perdita della licenza di pesca. Il ministero dell'Ambiente, dopo due mesi di proteste, nei giorni scorsi ha deciso di accontentare 55 ricciai ma le regole che disciplinano la raccolta degli esemplari sono severissime: parola del direttore del Parco marino, Giorgio Massaro.

È vero che i controlli quest'anno saranno più rigidi? "Molto di più rispetto agli altri anni. È il Ministero che questa volta, visto i pochi esemplari rimasti nella costa, ci impone di verificare se i pescatori raccolgono i ricci rispettando le norme. Vista la situazione critica dei fondali non possiamo permettere a nessuno di fare razzia come è già successo in passato".

In che modo farete le verifiche? "Metteremo in campo tutti i tecnici dell'Area marina che ogni mattina avranno l'obbligo di aspettare i ricciai nei punti di sbarco. Ovviamente in collaborazione con le varie forze dell'ordine. Ai pescatori verranno controllate tutte le ceste per capire se hanno raccolto massimo 500 ricci a testa e se gli esemplari pescati sono più piccoli di 5 cm, la taglia minima consentita".

Il Ministero ha deciso di aprire la pesca al riccio a patto che gli operatori avvisino quando intendono lavorare. In che senso? "Chi vuole pescare i ricci deve comunicarlo il giorno prima agli uffici dell'Area marina. Deve essere comunicato anche il punto esatto dove verrà effettuata la raccolta. Per noi significa avere un quadro più preciso della situazione. Se poi dai controlli risulteranno operatori che il giorno prima non avevano comunicato nulla, a loro non sarà più consentito pescare".
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