«La piaga delle aggressioni ai medici e al personale sanitario in generale saranno oggi al centro del dibattito alla Camera dei deputati con un ordine del giorno presentato dal Presidente della Commissione Salute, Ugo Cappellacci, sottoscritto dal capogruppo Barelli e dai rappresentanti azzurri a Montecitorio, con il pieno sostegno del segretario nazionale, Antonio Tajani». È quanto si legge in una nota.

«Il gravissimo episodio di Cagliari - evidenzia Cappellacci - è l'ennesima manifestazione di una spirale della violenza che deve essere fermata. Occorre proseguire la strada che abbiamo intrapreso con l'inasprimento delle pene previste per questi reati e con il decreto 34 del 2023, che ha istituito i presidi sul territorio nazionale. Grazie a quell'intervento, si è registrato un incremento del 57,1% dei posti fissi di Polizia e del 45,4% del relativo organico, ma occorre un ulteriore impegno alla luce di dati che diventano sempre più preoccupanti. Purtroppo, ogni anno sono 1600 questi fatti intollerabili, con un sensibile incremento nel 2022, e, secondo i sindacati di categoria, il fenomeno è ancora più esteso perché nel computo non rientrano gli episodi che non vengono denunciati».

«Ora con il ministero si lavora all'arresto in flagranza di reato differita - ricorda - affinché non possa esserci nessun caso di impunità per queste situazioni. Ma accanto a queste misure è fondamentale che ci sia una presa di coscienza che i medici sono coloro i quali ogni giorno salvano vite, che ogni giorno aiutano una madre a far nascere un bambino che curano tutti noi: migliaia di storie positive di buona sanità che non finiscono in prima pagina. Nelle prossime ore mi recherò nel cagliaritano, nei punti nevralgici e più sottoposti a questi fenomeni e incontrerò il personale sanitario e la direzione. La stessa attività di verifica sarà avviata nel resto del territorio sardo così come è in corso in tutta Italia da parte di tutti i parlamentari di Forza Italia, secondo le indicazioni del nostro segretario nazionale, il ministro Tajani. Il nostro sistema sanitario ha necessità di profonde riforme, ma le attese e le inefficienze non possono essere un alibi per la violenza, che non può certo essere scaricata su coloro i quali, quando tutto il mondo ha tremato per la pandemia, sono rimasti al 'posto di combattimento' e che ogni giorno sono sul campo per garantire il nostro diritto alla salute».

(Unioneonline)

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