I n Germania da un mese parlano di razionamento delle risorse e hanno già ridotto i loro consumi energetici del 15%. Una velocità che può sorprendere solo chi non conosce i tedeschi e la loro proverbiale efficienza. In Francia stanno già attuando la stessa strategia, e sono pochi decimali sotto quell’obiettivo. In Spagna e Portogallo, invece, sono riusciti a ridurre le tariffe, proteggendo consumatori e imprese dall’esplosione dei prezzi del gas.

In Italia i dati dicono che abbiamo ridotto i nostri consumi del solo 2% ma in alcuni settori - addirittura - consumiamo più di prima. E questo malgrado lo sforzo di tanti lavoratori e tante imprese che si sono già accordate per turni di lavoro notturno.

Il governo vara un regolamento restrittivo sulle utenze dei privati, ma sembra non crederci troppo, se è vero che la ministra Maria Stella Gelmini diceva, ancora ieri, con tono sdrammatizzante: “Sono solo dei suggerimenti, le misure non sono obbligatorie. Mica ti vengono a fare i controlli a casa!”. Sembrerebbe fantastico, ma io mi permetto di diffidare di tanta ostentata tranquillità: il governo è arrivato tardi al decreto, i politici questa settimana sembravano molto più preoccupati dei rispettivi sbarchi su Tik Tok (Berlusconi ha messo insieme in un giorno mezzo milione di followers), e pochi hanno capito a cosa doveva servire la famosa “tregua” della campagna elettorale richiesta da Carlo Calenda, se poi le opinioni sulle soluzioni da adottare sono tutte diverse.

V erdi e Sinistra Italiana vogliono tassare al 100% i profitti realizzati dalle agende energetiche, il Partito Democratico vuole mettere il tetto al prezzo (ma dice anche che non si può fare in modo unilaterale, solo in Italia), Carlo Calenda vuole altri due rigassificatori e l’adozione immediata di un programma nucleare, Giuseppe Conte chiede di sbloccare i progetti fermi sulle rinnovabili, Matteo Salvini rilancia la proposta di chiudere la politica delle sanzioni contro Mosca, Giorgia Meloni, invece, concorda le mosse sul terreno internazionale ed energetico con Mario Draghi ed è alleata della Polonia e di altri Paesi che sono nemici di Putin. Dunque grande è il disordine sotto il cielo, e nessuno vuole prendersi il cerino di trovare la quadra. Draghi sembra voler dire ai partiti: questa è la conseguenza della vostra sfiducia. E i partiti sembrano rispondergli: anche se te ne sei andato sei tu in carica per l’amministrazione corrente, è troppo comodo sottrarsi e girare la patata bollente a chi verrà dopo di te.

La verità scomoda che in campagna elettorale sembra che non si possa dire è questa: al razionamento, anche se non se ne parla, ci arriveremo. Per questo il governo ci chiede di tagliare di un’ora il riscaldamento giornaliero, vuole accorciare di due settimane la stagione delle caldaie condominiali e degli uffici pubblici, spegnere tutti i dispositivi elettronici domestici quando non sono in funzione, e addirittura co consiglia di fare una doccia più breve. I Comuni sono la prima trincea che è stata colpita e non hanno più soldi per pagare le bollette: spengono le luci dell’erogazione pubblica, e lasciano al buio i monumenti, mentre gli esperti dicono che dovremmo fare una mossa drastica e disperata: tenere l’ora legale per un intero anno, in modo da andare a letto prima, evitando un’ora di buio. L’Europa si sta muovendo, ma molto lentamente, e la Russia ha già risposto con un attacco preventivo al cambio di strategia annunciato da Ursula Von Der Leyen: se metteremo un tetto al prezzo del greggio - l’Italia giustamente lo chiede da mesi, i Paesi frugali, come al solito non ne vogliono sapere - ci taglieranno tutte le forniture. E lo stesso Mosca minaccia di fare, di conseguenza, con il gas, mentre continua ad aprire e chiudere i rubinetti con la scusa delle manutenzioni. Provate a mettere insieme tutti questi tasselli del mosaico e e avrete chiara la scomoda realtà che nessuno ci vuole dire prima del 25 settembre: dovremo fare tagli e sacrifici, pagheremo tutti un prezzo. Io voterei volentieri per il primo che avrà il coraggio di prendere decisioni difficili.

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