S ulla carta, ovvero pura ipotesi, la Fiorentina di questa sera è il cliente più scomodo per il Cagliari. Per questo Cagliari, coccolato dal suo allenatore, protetto da un ambiente dolce e comprensivo, ma incapace – per ora – di mostrare la sua vera identità.

La Fiorentina al “Franchi” è una religione, un rito pagano in uno stadio dove tutti – tutti – fanno il tifo. Italiano è un integralista del calcio, nel senso che le sue squadre cercano di “fare” la partita contro qualunque avversario, principio rischiosissimo ma affascinante. Velocità, intensità, il pressing asfissiante con una difesa alta a disturbare chiunque si pari davanti, una squadra corta e, in questa stagione, più votata al fraseggio e all’imbucata verso la punta e meno affezionata al cross. Senza Vlahovic, la Fiorentina ha perso in pericolosità nelle palle alte e ha virato verso un sistema di gioco differente. In casa ha frenato col Lecce, ma ha bastonato l’Atalanta, uno squadrone con ambizioni molto simili ai viola.

Lo scenario sarà questo, stasera. Il Cagliari esce da una partita persa con l’onore delle armi. E che ha avuto diverse letture. La stampa che segue il Milan ha parlato di gara sperimentale alla Domus, dove poter collaudare calciatori abitualmente relegati in panchina. E poter continuare a fare punti. Un giudizio abbastanza univoco, con i commentatori che però hanno messo in luce anche lo sbandamento del primo tempo, prima del gol di Luvumbo. E da lì riparte Ranieri.

L’allenatore riparte da quella sfacciataggine mostrata e poi riposta nella sacca dopo l’uno-due della squadra di Pioli. Ranieri aveva stupito con le dichiarazioni del dopo Milan («Abbiamo fatto una bellissima partita») ma non era un messaggio ai giornalisti, da recapitare via media ai tifosi. Era un segnale lanciato alla squadra: voglio vedere gente che ci crede, che ha il coraggio di provarci. Lui la chiama sfacciataggine, che si può anche allenare nelle segrete stanze di Assemini ma devi averne dentro, se vuoi provare a invertire la rotta.

Il problema del Cagliari, saper creare nella metà campo avversaria, appellandosi anche alle veloci ripartenze targate Luvumbo (e Oristanio?), oggi vivrà un altro test. In un campo complesso, contro una delle migliori squadre di seconda fascia. Al “Franchi”, di fronte al solito, commovente esercito di tifosi rossoblù, Ranieri cercherà di non sprofondare, in una classifica che grazie alle sconfitte di Empoli e Salernitana e alla frenata dell’Udinese, non si è allungata. A Firenze per crescere, per provarci, per affrontare a testa alta una squadra che si sente i tre punti in tasca.

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