L ’ascensore della Serie B ha la perfidia di diffondere buonumore effimero. Dal quinto, sesto posto ti ritrovi fuori dalla griglia che conta. Bastano novanta minuti. Il primo a rendersi conto del passo indietro del Cagliari è stato Ranieri, bravo a proteggere i giocatori pubblicamente: non parlerà mai in chiave negativa della squadra, magari lo sentiranno già oggi ad Assemini, quando chiederà conto di una svagatezza pericolosa.

Quello che si è visto a Modena per certi versi è incommentabile. La palla sempre in aria, poche idee, le punte isolate (e poco in sintonia), un Cagliari strappato e poco somigliante a quello vincente visto in precedenza. L’arbitro è un fattore, ma non più degli altri. Nella partita contro la Spal, con due reti annullate sulle spalle, i rossoblù hanno saputo vincere e tenere fino alla fine.

Aver “azzannato” il campionato è stata una bella impresa, aver riconquistato il pubblico e cambiato il clima alla Domus è senza dubbio il vero grande traguardo già raggiunto con l’operazione Ranieri. Ma lontano da casa, la squadra soffre, eccome. Abbiamo assistito al frenetico finale di calciomercato, con un paio di “no” incassati dalla società e con il buon viso fatto da Ranieri a conti fatti, mentre la serata di Modena ha fatto ricomparire vecchi fantasmi, con la novità del minor possesso di palla rispetto agli emiliani.

Non sono arrivati centrocampisti di regia, ci si è rituffati sulla rosa attuale, sperando che l’infermeria (altro caso da analisi) si svuoti in fretta. Ma nel Cagliari, quello Primavera, ci sono degli interessanti elementi che potrebbero essere utili alla prima squadra. Del Pupo è stato proposto a Modena, Carboni – regista puro, una testa come poche – sarebbe l’alternativa naturale a Makoumbou. Nella Roma, Mourinho non ha paura di buttare dentro i ragazzini. A Cagliari perché non provarci?

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