U na contestazione verso l’allenatore come quella vista ieri alla Unipol Domus non la ricordiamo. Arrivata, peraltro, non dal settore tradizionalmente più caldo, la nord, in sciopero. Ma dal resto dello stadio, un colossale “ora basta” arrivato dalla pancia del tifoso, stanco di soffrire, di avere paura di un’altra beffa. Perché la partita di ieri all’ora di pranzo – un drammone, finito bene – è stata l’istantanea fedele di questa stagione tormentata: inizio timido, con le gambe che tremano, poi una reazione più di cuore che di testa, quindi uno, due svarioni. Puntuali.

Un disastroso passaggio indietro, figlio della paura di sbagliare, che regala il primo gol al Perugia. Poi un rigore per un fallo netto, in piena area, perché in quella zona si continua a voler giocare la palla (come accaduto a Terni) e spesso il pericolo si tramuta in beffa. E il clima ostile, con i fischi dal primo minuto, non aiuta di certo.

Lo stadio è diventato un’arena, seppure con ampi vuoti, un colosseo dove i freni imposti dalla passione per il Cagliari sono saltati: si fischia da subito, perché il feeling con la squadra non c’è e la scommessa di riportare la gente dalla parte del Cagliari è ancora da vincere. Leonardo Pavoletti, uno che ha visto calcio a diverse latitudini, ieri ha segnato due gol pesantissimi ma in sala stampa si è ben guardato dal festeggiare o mostrare i muscoli: «Così non si può andare avanti, è difficile», ha detto, una sorta di appello per remare tutti insieme verso la stessa direzione. Anche i giovani, ha sottolineato Pavoletti, «stanno pagando oggi gli errori fatti da noi nella passata stagione».

Il Cagliari ha vinto, ieri, chiudendo con un lieto fine la partita più complessa della stagione. Un dramma, per come si era messa, che il testone di Pavoletti ha trasformato in un successo. Con la netta impressione che la tecnica di Falco, le due punte in campo insieme e la libertà tattica concessa a Nandez siano certezze sulle quali contare. Aspettando Mancosu e Rog. L’arena fa paura, vincere aiuterà a riportare serenità.

© Riproduzione riservata