I l mondo dopo la pandemia non è più lo stesso, fenomeni di straordinaria intensità stanno curvando lo spazio della nostra esistenza. Durante la crisi i governi hanno varato aggressive politiche di sostegno all'economia per rispondere al collasso della produzione.Fu l’ex banchiere centrale Mario Draghi con un intervento sul Financial Times a spiegare il 25 marzo del 2020 cosa sarebbe successo: “La perdita di reddito del settore privato dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Livelli di debito pubblico più alti diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà accompagnata da una cancellazione del debito privato”. Era la fine delle politiche di austerità. Seguirono le azioni dei governi che in varia forma cercarono la risposta più efficace, anche con lo strumento del finanziamento diretto per cassa a imprese e famiglie, quello che viene definito “Helicopter Money”. L’intera umanità entrava in una terra incognita, noi tutti la stiamo attraversando.Il Superbonus 110 fa parte di questo insieme di misure anti-crisi, è uno strumento per aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni. Il problema non è la “ratio” dell’idea, lo scopo, ma il modo in cui è stato realizzato, malissimo. Fu il Mario Draghi premier alla fine di luglio del 2022 a dire che “chi ha disegnato il Superbonus è il colpevole”. La maggioranza era quella formata da Cinque Stelle e Partito democratico, il premier era Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia era Roberto Gualtieri.

U na legge senza artigli ha consentito un numero esorbitante di illeciti e frodi (fatture false, lavori mai eseguiti, etc.) e aperto il Far West dei rimborsi fiscali, un mercato non regolamentato che va fermato perché è una bomba sui conti dello Stato e i nostri risparmi. Per sapere, per capire, ecco un paio di fatti.1. La Guardia di Finanza ha già messo la lente su 9 miliardi di euro di crediti d’imposta irregolari, di questi, 3,6 miliardi sono stati sequestrati dall’Autorità giudiziaria. 2. La corsa all’oro del Superbonus ha prodotto un mercato ombra dei crediti fiscali che alla chiusura del 2022 è pari a oltre 105 miliardi di euro. Attenzione al dettaglio: di questi crediti, solo 6,6 miliardi sono andati a scomputo di imposte, questo certifica che sono utilizzati come strumento finanziario, vengono monetizzati. Siamo alla creazione di una moneta parallela, è il bancomat di Stato dove alla fine anche chi non ha mai ristrutturato la propria casa con i suoi soldi (il conto è arrivato già a 2000 euro a testa) ha rifatto il “cappotto” e installato l’impianto di energia solare dell’abitazione del vicino. 3. La cessione dei crediti fiscali (soprattutto nella prima fase, quella che ha generato il caos) ha prodotto la concentrazione dei crediti presso le banche. Il sistema si è completamente avvitato, la mole dei rimborsi ha limitato la leva finanziaria delle banche per gli interventi ordinari (i prestiti alle famiglie e imprese). Alla fine si è bloccato tutto, i rischi sul piano economico-finanziario sono enormi. 4. Un altro capitolo della storia riguarda la cessione dei crediti fiscali agli enti pubblici. Se Regioni e Comuni si sostituiscono alle banche nel tentativo di rimborsare i crediti fiscali incagliati, ne deriva un aggravio sui conti degli enti stessi con una serie di ricadute finanziarie (la capacità di spesa), giuridiche (la responsabilità) e politiche (l’emulazione da parte di tutti gli enti a offrire il rimborso). Non a caso il governo ha bloccato queste iniziative, rischiano di produrre un’altra corsa alla cassa. 5. Questa massa di crediti fiscali va contabilizzata e qui arriva il problema meno citato nelle cronache, ma più rischioso se non fermato in tempo. Se si applica il criterio della competenza e non della cassa (vedere alla voce regole europee), la conseguenza è che il ministero del Tesoro dovrà riscrivere i numeri del Bilancio dello Stato dal 2020 in poi. Siamo in un campo minato, perché ogni numero di ieri e di oggi influisce sulla valutazione del rating sovrano, sui tassi di interesse dei titoli di Stato, sulle emissioni del debito pubblico. Ecco perché il governo ha fermato la cessione dei crediti fiscali (non il Superbonus), era diventato una giostra finanziaria fuori controllo, pericolosa per i risparmi degli italiani, un meccanismo costoso e per pochi, visto che secondo la Cgia di Mestre ha interessato solo il 3,1% delle abitazioni su 12,2 milioni di edifici residenziali.L’era del denaro facile è finita da un pezzo, le banche centrali stanno aumentando a ritmo sostenuto i tassi di interesse per tenere sotto controllo i prezzi, sussidi e bonus distribuiti a pioggia hanno creato un eccesso di aspettative, alimentato l’inflazione. La politica dei partiti che promettono la luna a spese altrui è irresponsabile: non si può continuare a immaginare una società dove c’è qualcuno che va a lavorare tutti i giorni e ti paga il reddito di cittadinanza per restare a casa; non è possibile ristrutturare l’abitazione mandando di fatto il conto al vicino. Il governo ha fatto bene a fermare la corsa. Punto e a capo, l’apertura domani a Palazzo Chigi di un tavolo con le associazioni è il passo successivo: i costruttori virtuosi e i proprietari che hanno avviato i lavori vanno protetti, il Superbonus deve funzionare, la transizione energetica deve continuare senza utopie e dannose fughe in avanti, i conti del Paese e i risparmi degli italiani devono essere messi al sicuro e il Bancomat di Stato va chiuso.

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