I l gas naturale si può importare allo stato gassoso, attraverso la rete dei metanodotti, oppure allo stato liquido tramite navi metaniere. Tali navi ricevono il gas liquido da appositi impianti di liquefazione collocati nei Paesi esportatori e lo portano agli impianti di rigassificazione dei Paesi importatori. Il gas naturale liquefatto (Gnl), che ha un volume di circa 600 volte inferiore di quello allo stato gassoso, è una fonte di energia globale che garantisce un’elevata indipendenza energetica al Paese importatore, grazie a un esteso mercato mondiale .

U n mercato che si avvicina ai 500 miliardi di metri cubi di Gnl commercializzati ogni anno. Si stima che, grazie al contributo dei nuovi rigassificatori, il Gnl potrà coprire circa un terzo del fabbisogno annuo di gas del nostro Paese.

Attualmente in Italia ci sono in funzione tre impianti di rigassificazione. Il primo, situato a Livorno, sta aumentando la sua capacità di rigassificazione da 3,5 miliardi di metri cubi/anno a 5 miliardi. Il secondo, situato a Rovigo, sta passando da 8 a 9 miliardi di metri cubi/anno e il terzo a Panigaglia (SP) passerà da 3,5 a 4 miliardi. A questi impianti si aggiungeranno presto due navi rigassificatrici di recente acquistate da Snam, da localizzare una a Piombino e l’altra a Ravenna.

La prima è la Golar Tundra, che è arrivata di recente al porto di Piombino dopo 26 giorni di navigazione da Singapore. Questa nave ha una capacità potenziale di trasformazione del Gnl di 5 miliardi di metri cubi/anno. Insieme alla nave rigassificatrice che sarà localizzata a Ravenna, si arriverà a 10 miliardi di metri cubi/anno. Sia la Golar Tundra che la seconda nave rigassificatrice permetteranno all’Italia di liberarsi dall’importazione di gas dalla Russia e di rivolgersi, invece, ai mercati di altri Paesi come Algeria, Azerbaigian e Libia, con cui il nostro Paese ha già concluso accordi di acquisto.

La Golar Tundra è una Fsru (Floating Storage and Regasification Unit) costruita nel 2015 ed acquistata da Snam a Singapore, che batte bandiera delle isole Marshall. È lunga 292,5 metri, larga 43,4 e alta circa 55 metri. La nave è dotata di quattro serbatoi di Gnl, disposti nella parte centrale dello scafo ed è in grado di stoccare circa 170mila metri cubi di Gnl e rigassificare 5 miliardi di metri cubi l’anno. L’impianto dovrebbe entrare in funzione entro il prossimo mese di maggio. Oltre a questa nave, Snam ha acquistato anche un’altra Fsru, la Bw Singapore, che dovrebbe arrivare in Italia a fine 2024 per entrare in servizio al largo del porto di Ravenna. Anche questa nave ha una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi all’anno. Grazie a questi due rigassificatori, la capacità di produzione di Gnl dell’Italia passerebbe dai 18 miliardi di metri cubi/anno del 2022 a 28 miliardi entro la fine del 2024.

La capacità di rigassificazione dell’Italia dovrebbe essere ulteriormente implementata dagli impianti di Porto Empedocle (8 miliardi di metri cubi/anno) e Gioia Tauro (12 miliardi di metri cubi/anno), che hanno già ricevuto l’autorizzazione e con due impianti da localizzare in Sardegna, uno a Porto Torres e l’altro a Portovesme, entrambi in fase di realizzazione, per una capacità di rigassificazione ciascuno di 1 miliardo di metri cubi/anno. Sugli impianti sardi, tuttavia, pende un ricorso della Regione Sardegna al Consiglio di Stato. La partita della metanizzazione dell'Isola resta perciò congelata in attesa di questo verdetto. Una pronuncia è attesa per novembre e fino ad allora per Snam il tema della metanizzazione in Sardegna è un capitolo ancora tutto da definire.

Due settimane fa i l Prefetto di Cagliari ha incontrato a Portoscuso le associazioni ambientaliste e il Comune, che in più occasioni hanno espresso parere negativo al progetto gasiera. I sindacati sardi, invece, considerano le due Fsru da localizzare in Sardegna come una delle possibili soluzioni per l'approvvigionamento di gas metano, idonea in questa fase di transizione a promuovere lo sviluppo e rilanciare il sistema produttivo regionale.

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