I n questo caso, il nuovo anno porta aria nuova, anzi nuovissima. Il Cagliari, uno dei temi social più caldi nei dodici mesi che ci siamo lasciati alle spalle, si ripresenta al campionato di Serie B con un vestito nuovo. O almeno, è questo l’obiettivo della società: basta tormenti, fine delle titubanze, la squadra passa nelle mani di un altro capotreno, navigato, di carattere, che ha scelto (coraggiosamente) di giocarsi la faccia a Cagliari, in Serie B, partendo dalla posizione numero undici.

«So tutto di questo gruppo», ha confidato Claudio Ranieri a un amico cagliaritano.

Un amico che con lui aveva condiviso l’avventura rossoblù alla fine degli anni ’80. Ranieri riceve da Liverani una squadra a un punto dalla zona playoff, ma in piena crisi di identità, con spaventosi attacchi di panico e un piano tattico diciamo rivedibile. La gente era stufa di assistere a uno spettacolo triste, se questo aggettivo riesce a racchiuderne altri cento.

Abbiamo visto talvolta il bicchiere mezzo pieno, quando l’ossatura della squadra ha prodotto lampi di calcio, quello vero. Ma nel complesso sono state diciotto giornate da dimenticare. Si ricomincia dall’ultima, quella sotto l’albero di Natale, quando è arrivata una vittoria fondamentale e Ranieri, in tv, ha capito su chi potrà contare. Questo “so tutto” detto dall’uomo che ha guidato il Leicester alla conquista della Premier contro ogni pronostico, comprende anche quello che c’è intorno al gruppo squadra, dalla dirigenza agli ultimi collaboratori che gravitano su Asseminello. Ranieri sarà anche manager, un ruolo all’inglese, capace di blindare lo spogliatoio, oppure sarà un nobile regnante di passaggio a Cagliari per chiudere una splendida carriera? Battisti e Mogol nel loro ultimo loro lavoro insieme dicevano che “lo scopriremo solo vivendo”.

Ranieri domani mattina riceverà con gioia l’accoglienza che la città gli sta preparando, ma non si farà distrarre dall’obiettivo: restituire il Cagliari al calcio che conta.

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