F u uno storico e geografo greco nato in Turchia nel I secolo a. C. a riconoscere nella sua Geografia che il grande merito dei Romani rispetto ai Greci fosse dotare il territorio di infrastrutture di interesse generale e adottare per il loro governo regole che valessero ovunque.

Strabone, questo è il nome, si riferisce a fogne, acquedotti, strade e ponti, tuttora asse portante del sistema infrastrutturale pubblico.

Le strade romane, definite viae publicae, per la rilevanza soprattutto militare erano di competenza dell'amministrazione centrale e con Ottaviano Augusto furono il tramite dell'affermarsi del cursus pubblicus o servizio postale che rese più sicuro e agevole far arrivare in ogni parte dell'impero le comunicazioni istituzionali.

Non fu dunque solo il latino, lingua ufficiale comune, a funzionare da denominatore.

La più grande rete stradale unitaria mai inventata creò coesione tra le terre dei tre continenti che si affacciano sul Mediterraneo e relazioni in tutto il mondo allora conosciuto.

Una ragnatela sopravvissuta ai fondatori fino all'alba della contemporaneità anche quando tramontò il controllo centralizzato e unitario della stessa. Attraversata da chi li avrebbe spodestati; da malattie; da religioni e pellegrini; e da una babele di lingue fino a perdere le caratteristiche funzionali ma non le referenze culturali e memoriali fondanti l'Europa dei popoli che fatica a sopravvivere per la sciatteria di chi è digiuno di storia.

Va riconosciuto che i Romani mediarono con i sostrati preesistenti o perlomeno ne tradussero la complessità.

Se solo si assumesse a parametro la Sardegna o Cagliari e le loro stratificazioni materiali, linguistiche, consuetudinarie si comprenderebbero traduzioni e mediazione effettuate.

Valga per tutte la sistematizzazione di percorsi e tracciati; di relazioni commerciali; di narrazioni di luoghi e vicende.

A voler praticare anche superficialmente toponomastiche e topologie, parte integrante della geografia, che solo in un Museo della città, tuttora assente, troverebbero il loro vero domicilio si scoprirebbe quanto pertinenti fossero anche per Cagliari e la Sardegna le affermazioni di Strabone.
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