« I struitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza». Questo l'esergo con cui Antonio Gramsci, segretario di redazione (si definisce proprio così!), inaugura la rivista L'Ordine Nuovo il 1° maggio 1919. Quelle sei righe sono in un rettangolo, sotto il titolo, a sinistra in alto, in simmetria con un altro contenente l'indirizzo della redazione, il costo, per numero e abbonamento, possibilità di utilizzare il conto Corrente alle Poste.

Pragmatismo insospettato solo per chi non conosca scritti e pensiero dell'intellettuale sardo; che illumina le frasi con cui Gramsci sembra costruire accattivanti slogan, diventati persino pop in anni recenti. Si tratta piuttosto di aforismi che operano su molti registri; interdipendenti da quel “Pessimismo dell'intelligenza. Ottimismo della volontà” che fece suo l'anno dopo e che, grazie a lui, è bussola negli smarrimenti e sconvolgimenti della contemporaneità.

Due diamanti nel buio del primo dopoguerra terrorizzato dall'epidemia spagnola che si sommava alla catastrofe bellica diventata, nelle nostre comunità, narrazione dei sopravvissuti. (...)

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