F orse è tempo di riconoscere a Sergio Frau qualche merito per aver insistito con la sua verità sulla Sardegna antica, centro del Mediterraneo, con libri e mostre. Basterebbe ammettere che il dispersivo e costoso marketing istituzionale, la bulimica divulgazione con pochi aggiornamenti sostanziali, i reperti dei tanti musei, pressoché in abbandono, ne adombrano le teorie. Per chi vede nelle disavventure del riconoscimento un vulnus, il racconto della Sardegna antica come concentrato del Mediterraneo significa imparare a dismettere lo stigma della marginalità, attraverso cui le classi dirigenti spesso leggono l'isola per giustificare la loro ininfluenza. Cosa è altrimenti la mitopoietica su singole personalità e la sottovalutazione delle diffuse intelligenze che abitano l'isola? O peggio la svendita di tradizioni e sapienza comunitarie e di interi territori? O prospettare la Sardegna come hub di gas e scorie o di cemento turistico piuttosto che di culture, europea e mediterranea? Vero è che ci vogliono coraggio e visione per porla a fulcro paesaggistico e culturale dei continenti a corona del mare nostrum con cui la Sardegna fu in dialettica e di cui Cagliari è naturale nodo per i suoi luoghi che attendono di essere riconosciuti. La primavera incipiente e la sua generatrice vitalità quest'anno, per la coincidenza con il tardivo carnevale e Pasqua ed equinozio alle porte, mostrano quanto la Sardegna sia scrigno di rituali di cui alcuni riconducibili a una divinità dai molti nomi. L'originario è Iside e viene dall'Egitto ma è domiciliata pure in Sardegna, compresa Cagliari. Vergine e madre, come dopo di lei la Madonna, e patrona di fertilità ha caratteri specifici in ogni periodo ma sempre con le invarianze dell'origine. Il mito la vuole girovaga nel Mediterraneo a ricomporre il corpo smembrato di Osiride, fratello-marito, fino alla sua risurrezione. L'annuale rievocazione del Navigium Isidis, corteo di maschere su un'imbarcazione ornata di fiori, ha lasciato tracce nell'isola, per il sincretismo pagano-cristiano, nei riti del Carnevale e della Pasqua, e nelle processioni a mare. Iside è approdata in Sardegna ben prima della egittomania di periodo romano e, forse, prima anche dell'Orientalizzante, che nell'VIII sec. a.C., portò in Occidente a fondare colonie varie ondate di persone. Il bronzetto di Urzulei, noto come “la madre dell'ucciso” la ricorda da vicino.
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