C agliari fu municipio di cittadini romani. Notazione che si apprende da Plinio, indiscussa fonte letteraria. Il rinvenimento di una iscrizione lapidea informa che lo fosse anche Nora e quindi anche i suoi cittadini erano romani a pieno titolo. Verità formalizzata da una fonte ritenuta meno autorevole di una letteraria. Ciò interpella cosa siano le fonti e a cosa si debba la loro autorità. Le contemporanee hanno lo stesso valore delle antiche? C'è una gerarchia legata alla tipologia o alle mode storiografiche? Fonte è parola diventata assertiva. La cronaca attuale spesso la sovrappone a una fake news nella convinzione che questa sia un'invenzione dell'oggi e non già compagna della verità ab antiquo. Questa, come scrive nei Minima moralia Theodor Adorno, è da adoperare con cura perché la propaganda, antica come la comunità umana, afferma la sua verità occultando la dialettica, fondamento della democrazia. Comunque, dal passato arriva all'oggi una assai bassa quantità di informazioni rispetto al reale. Senza scomodare Giacomo Leopardi e la sua Ginestra, il delirio delle «magnifiche sorti e progressive» crede presuntuosamente e invano che quel niente sostituisca o spieghi il tutto. Se si dovesse riflettere sul vissuto che per millenni ha abitato il mondo, l'esercizio del senso del limite dovrebbe avere statue agli incroci e luoghi pubblici in suo onore. Dal continuo naufragio del passato ogni tanto capita di recuperare solo qualche brandello. Storie perdute e ripescate per caso. Ma come recuperare allora il vissuto antico? Come si costruiva, come funzionava, come si rappresentava? Aiutano epica, commedia, tragedia, storiografia, poesia che dal primo millennio a. C. illuminano le notti e i giorni con narrazioni mai rimesse. Una smemorata contemporaneità le vuole occultare con fake news e con propaganda meno intriganti delle storie ad esempio di Cagliari e dei suoi luoghi. Non tutte le fonti sono uguali, che si tratti di resti di pasto abbandonati nelle grotte e sulle rive del Molentargius quando gli uomini erano pochi e il cibo era raccolta e caccia, fino al tentativo di sbarco di San Luigi IX nel 1270. Dipende da chi racconta le storie e da quale museo della città la narrazione delle fonti possa diventare ininterrotta. Ma siamo sempre in dirittura di partenza magari con mostre inadeguate per una città che fu municipio romano.
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