S iamo nel finale di partita, la frazione di tempo in cui si fanno i bilanci, si traggono conclusioni, si dipingono illusioni. Tutte le pedine stanno andando a dama, le conosciamo e continueranno a muoversi sulla scacchiera anche nel nuovo anno. Il 2023 sarà ricco di colpi di scena perché molte storie decollate nel 2022 non sono ancora atterrate in pista. Vediamole insieme, allacciate le cinture.Il Natale di guerra. L'abbiamo dimenticato, ormai nessuno sfugge più alla regola: “The Show Must Go On”. E mentre lo spettacolo va avanti, uomini, donne e bambini muoiono in un conflitto armato nel cuore dell’Europa. Non è l’unica tragedia del nostro tempo, ma è la più urgente e la più grande, perché è vicina alle nostre case e troppo pericolosa, a un breve lancio di missile e potenzialmente radioattiva.

Vladimir Putin ha detto di voler la fine della guerra “al più presto”, ma non dicendo come, lascia presagire un conflitto ancora più duro. Zelensky ha ottenuto i missili Patriot dall’America. La porta di un’escalation è aperta, il rischio nucleare esiste, il negoziato non c’è perché manca la definizione di cosa è vittoria e sconfitta per l’Ucraina e per la Russia.

G as e Generale Inverno. Il prezzo del gas nel frattempo è sceso ai livelli pre-guerra, il price cap (il solo annuncio) per ora ha funzionato, la quotazione del contratto Ttf è scivolata a 82,5 euro per megawattora (-10%). Tutto risolto? No, il prezzo è sempre altissimo (nel gennaio del 2020 era a 16 euro per MWh) e occorre prudenza, c’è l’incognita della risposta di Putin. L’inverno è appena iniziato, le temperature in Europa sono a macchia di leopardo, un continente popolato da circa 450 milioni di abitanti è appeso alle previsioni meteo.La pandemia in Cina. La storia ama ripetersi, giocare a dadi. Dopo due anni di pandemia, lockdown da legge marziale (che abbiamo perfino cercato di imitare in Italia), la Cina è al punto di partenza: il coronavirus dilaga. Secondo il Financial Times negli ultimi 20 giorni hanno contratto il Covid 250 milioni di abitanti, il 18% della popolazione, di questi, 38 milioni sono stati contagiati in un giorno solo, martedì scorso. Sono numeri ciclopici.

Cosa sta accadendo in Cina? Attenzione, se si apre una nuova fabbrica di virus (e 250 milioni di contagiati rischiano di essere un’officina di varianti dagli esiti imprevedibili), l’Occidente cosa farà? Siamo di nuovi esposti al rischio e non a caso il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha chiesto a Pechino di condividere tutte le informazioni sull’ondata di contagi. Si tratta della stessa Cina che due anni fa avvisò in ritardo il mondo sul virus nel mercato della città di Wuhan. Fu una “dimenticanza” che cambiò il mondo.Follow the money. Una vecchia regola della cronaca dice: segui i soldi. Seguendo i soldi si vedono molte cose sul futuro, ecco un paio di fatti, per sapere, per capire: le banche centrali alzano i tassi (chi ha il mutuo variabile ha il termometro della situazione in tempo reale) per combattere l’inflazione, il denaro costa di più; la Borsa ha interrotto un lunghissimo ciclo di crescita che era partito subito dopo il crash del 2007/2008; il valore delle aziende hi-tech è in caduta libera, è un sano ritorno sulla Terra, una rivincita della old economy; le crypto-valute si sono rivelate una frode, il collasso di Ftx segna un punto di non ritorno per il settore della moneta virtuale. Chi batte moneta è lo Stato, non uno svitato con la felpa.L’utopia verde. Il 2022 è stato l’anno in cui tutti hanno realizzato che il mondo va a idrocarburi. Il record di consumo di carbone è arrivato quest’anno, tutti i Paesi sono a caccia di petrolio e gas, il Giappone ha riacceso le centrali nucleari, la Germania quelle a carbone. Fine della retorica ecologista, dobbiamo bruciare energia per vivere. Faremo anche la transizione verde, ma con calma e realismo.C’è altro nei titoli di coda del 2022? Un paio di righe sul luogo dove sono nato. C’è qualcosa di corrosivo che riguarda la Sardegna, la sua rappresentazione non corrisponde alla realtà: va di moda un’idea museale dell’isola - cavalieri che infilzano la stella, giganti che camminano sulle colline, arcieri che scoccano frecce, marinai sulla navicella, contadini e pastori che tra scorrono l’esistenza in luoghi mitologici - ma tutto questo non è la Sardegna di ogni giorno, è fiction, è l’idea di un'isola fossilizzata.

Abbiamo ingabbiato il nostro immaginario, siamo intrappolati in un folklorismo che è un’illusione consolatoria. E la modernità dov'è? Fummo la patria dei servizi digitali trent’anni fa ma ora ci raccontiamo come se fossimo usciti da un libro di Tolkien (senza Tolkien), surreale. I sardi che producono, lavorano, creano ricchezza dove sono in questo racconto? Eppure ci sono e spesso sono eccellenti. Io non conosco nessuno che trascorre le sue giornate facendo su ballu tundu e ascoltando il suono delle launeddas. Un po’ di verità, almeno a Natale. Meritiamo di raccontarci e amarci meglio. Buone feste.

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