S iamo nuovamente alle prese con l’inflazione, la tassa occulta e iniqua (la definizione non è mia) perché non è votata dal Parlamento come dovrebbe essere fatto in un regime democratico.

All’articolo 47 i nostri Padri costituenti (Einaudi fu un sostenitore), dopo i disastri delle due Guerre mondiali che depredarono il risparmio, vollero che venisse statuito che il risparmio in tutte le sue forme fosse incentivato e protetto. L’inflazione viola il dettato costituzionale e mina i fondamenti della democrazia.

Un mio maestro, Karl Brunner, diceva che il problema dell’inflazione è non averla, ma se si incappa in essa bisogna stare attenti a come si cura.

La cura “da cavallo” è la stretta monetaria (meno creazione e tassi elevati), ma essa comporta caduta della produzione, fallimenti di impresa, disoccupazione. Il suo uso deve perciò essere modesto, ma ciò non la sconfigge; si critica la politica monetaria per quanto va facendo di modesto, rifiutando che sia tale, e si chiede alla politica fiscale (al bilancio pubblico) di intervenire a sostegno di chi è più colpito, siano famiglie e imprese, ma le risorse sono scarse e gli interventi insufficienti.

P er aumentare la spesa occorrerebbe aumentare le tasse, ma esse creano più problemi alla produzione e all’occupazione di quelli che crea la stretta monetaria. Né si può aumentare il debito pubblico, perché c’è poco spazio di mercato e quel poco lo si usa se si pagano tassi dell’interesse elevati, riducendo lo spazio di intervento del welfare.

La mia proposta, avanzata nel giugno scorso, è di aiutare la creazione di un portafoglio dove i risparmi mobiliari e immobiliari sono equamente ripartiti, in modo tale da compensare le perdite che si presentano nel valore di mercato dei primi e i guadagni in quelli dei secondi. Ho anche aggiunto che questa compensazione funzionerebbe ancor più se la denominazione tra dollari ed euro fosse anch’essa equilibrata.

La condizione è che tutte le attività di portafoglio devono ricevere lo stesso trattamento normativo, mentre ora sono ampiamente discriminati. In questo modo nascerebbe un triangolo favorevole tra politica monetaria modesta, politica fiscale scarsa e portafogli equilibrati che renderebbero più affrontabile la situazione creata dalla tassa occulta e iniqua, se il Governo e il Parlamento lo vogliono.

In un Paese che invecchia e il numero dei pensionati raggiunge quello dei lavoratori, la protezione del risparmio, nel cui ambito possiamo collocare anche le pensioni, l’incentivazione e la tutela devono essere considerate priorità socio-economiche.

Il terreno in cui seminare questa politica è favorevole. Infatti, la propensione degli italiani al risparmio è elevata, ma il suo utilizzo richiede che operino due fattori in modo concomitante: l’educazione finanziaria e la professionalità dei gestori.

L’indagine campionaria 2022 condotta da Consob è alla sua ottava edizione. Il 14% del campione dichiara di non poter risparmiare, il 44% di risparmiare occasionalmente, il 36% regolarmente e il 6% di investire la maggior parte del proprio reddito. Essi trovano complesso gestire il proprio risparmio a causa delle incertezze, dell’inflazione, delle insufficienti conoscenze in materia, dei timori di truffe e (il 16%) della sfiducia nel sistema finanziario. Nell’indagine di quest’anno, i timori di inflazione crescono e le preferenze per i titoli di Stato restano modeste (18% sul totale), mentre la metà preferisce certificati e buoni fruttiferi postali. Solo il 26% si rivolge a consulenti, perché contrari a pagare questo servizio. La combinazione rischio-rendimento-liquidità domina le scelte di investimento delle famiglie italiane.

Un’ultima notazione. Il resto del mondo, compresa l’Europa, ritiene che gli italiani vivano al di sopra delle proprie risorse, mentre da anni abbiamo risparmi in eccesso rispetto ai consumi, anche nei rapporti con l’estero (la bilancia dei pagamenti corrente). Parte di questi risparmi vanno a finanziare lo sviluppo di altri Paesi, senza che questa caratteristica ci venga riconosciuta.

Forse vendiamo male la nostra merce preziosa, il risparmio, base indispensabile per il nostro presente e, soprattutto, il nostro futuro.

Presidente della Consob

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