I l percorso del Cagliari è da studiare. Riassunto delle puntate precedenti: una squadra in crisi di nervi, con lo stadio scosso dal terremoto dei fischi e dal quattordicesimo posto in classifica, con la Serie C dietro l’angolo. Qualcosa di mai visto, a queste latitudini. Oggi invece è caccia al biglietto, per una partita che vale una fetta di Serie A, a conti fatti. Sabato – l’orario non è ancora stato deciso – contro il Venezia sarà vietato tremare. E su questo tema, nessuno può avere dubbi: il Cagliari vince da quattro partite, ha gestito passaggi delicati con una sicurezza invidiabile e sì, si può dire forte, è una squadra che mette paura.

I meriti di questa clamorosa metamorfosi (dall’epoca Liverani sembrano passati un paio d’anni) sono da spalmare, in questo passaggio storico della stagione. Il silenzio del presidente Giulini lo puoi interpretare in diversi modi, la calma olimpica di Ranieri la osservi tutti i giorni, i dirigenti più o meno “di campo” stanno facendo un buon lavoro, se la macchina poi fornisce questi risultati. Poi c’è soprattutto la squadra, dove sembra ci sia un’unica visione e tutti sono pronti a lanciarsi da un ponte, se servisse a restituire alla Sardegna e a questo ambiente il campionato più bello d’Italia. Sabato sarà vietato avere paura, ma sarà obbligatorio soprattutto minare le sicurezze dell’avversario: una squadra che sta giocando bene, il Venezia, e che, come il Cagliari, ha conosciuto momenti tremendi nel corso di questa stagione.

Il Venezia evoca un passato innominabile e nel girone d’andata, alla Domus aveva travolto un Cagliari irriconoscibile. Arriverà – per citare l’allenatore Paolo Vanoli – un gruppo «che deve andare in campo con la mente libera, ci giochiamo tutto ma dobbiamo godercela». Uno status “pericoloso”, tipico di chi non ha nulla o quasi da perdere. Venezia a parte, sarà un lungo confronto di fuoco, un palpitante “dentro-fuori” assoluta novità per il Cagliari, che dovrà scendere in campo senza pensare che il pareggio premierebbe proprio i rossoblù. Sì, la comodità di poter contare su due risultati su tre è innegabile, ma anche una pericolosa alternativa: alla Domus si vince sempre o quasi, lo ha detto il campionato e il tifoso chiede che la tradizione venga rispettata.

Claudio Ranieri ha un gruppo che gli garantisce solidità, calciatori che hanno dimostrato in questi ultimi cinque mesi di meritare il palcoscenico Cagliari e anche questa classifica. Lapadula è uno che diversi club della Serie A stanno osservando, Nandez e Makoumbou (rigenerati dalle attenzioni del tecnico romano) hanno praticamente riposato a Cosenza e sabato si mangeranno l’erba, la difesa ha due opzioni per ruolo e tutte buone, perfino gli esterni sono diventati sicurezze dopo un avvio di stagione fallimentare. E i due senatori, Pavoletti e Mancosu, sono lì, pronti a graffiare, in un finale ancora tutto da scrivere. Gli altri hanno paura, il Cagliari c’è.

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