D a ieri l’Ucraina è sottoposta ad un micidiale attacco russo con missili ipersonici. E ci si domanda se possa essere questa la svolta militare dopo un anno di guerra. Sul piano negoziale si è sostanzialmente in una fase di stallo. In occasione dell’anniversario, i leader del G20 riuniti a Bangalore in India avevano approvato nuovi aiuti a Kiev e ribadito la linea di fermezza contro Mosca. Ma alla riunione era prevalso il braccio di ferro tra i due campi contrapposti, dove la proposta di pace avanzata dal premier cinese aveva creato non poche divisioni nello stesso fronte occidentale.

L a mancanza di un documento condiviso aveva quindi costretto la dirigenza indiana ad accontentarsi di “conclusioni presidenziali”, dove si ricordava come gran parte dei partecipanti avessero condannato l’invasione russa, ma, sotto pressione cinese e russa, non erano riusciti neppure a menzionare la parola “guerra”. Un passo indietro rispetto al vertice di Bali di novembre, dove una Cina più conciliante aveva permesso di giungere a una dichiarazione condivisa.

Il 2 marzo c’è stato un nuovo ribaltamento della presidenza indiana, che ha preparato un testo condiviso da tutti, tranne che da russi e cinesi. «Le contorsioni sull’Ucraina aumentano le divergenze», ha commentato Giancarlo Giorgetti, che ha rimarcato come il mondo sia «sempre più diviso in due». La Casa Bianca, peraltro, ha continuato a guardare con scetticismo alla mossa cinese. «Non c’è nulla nel piano di Pechino che possa portare qualche beneficio ad altri se non alla Russia», si ribadisce da Washington. Ma non tutti in Europa sono pronti a bocciare il piano cinese. Macron, ad esempio, ha affermato che il coinvolgimento cinese è una «buona cosa» e annunciato che andrà in visita da Xi in aprile. Lo stesso Zelensky ha dichiarato di voler incontrare il presidente cinese «il prima possibile».

Nel frattempo, è esploso il problema della Crimea. Riprendere il controllo del territorio ucraino della Crimea occupato dai russi, come viene sostenuto da Kiev per porre fine alla guerra, potrebbe presto diventare un punto di divergenza tra l’Ucraina e i suoi alleati occidentali. «È iniziata con la Crimea, finirà con la Crimea», ha invece ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La penisola sul Mar Nero, conquistata con le armi dalla Russia nel 2014, ospita diverse importanti postazioni militari russe ed è stata una delle basi di lancio di quella che Mosca ha definito come la sua “operazione militare speciale”.

Il possesso della Crimea e del lungo ponte che la collega alla Russia consente all’esercito russo di minacciare le posizioni ucraine da sud e alla flotta russa del Mar Nero di avere una base avanzata a Sebastopoli per effettuare attacchi a lungo raggio. Da parte sua, Kiev ha ripetutamente sottolineato la necessità di riprendersi la penisola, affermando che non abbandonerà gli sforzi per riconquistare il controllo della regione insieme alla fascia dell’Ucraina orientale e ad altri territori che le truppe di Mosca hanno conquistato con la guerra. Negli ultimi mesi, peraltro, le forze ucraine hanno condotto una controffensiva a sud verso la Crimea e hanno recuperato Kherson, la capitale del territorio meridionale confinante con la penisola annessa. Le forze armate ucraine potrebbero liberare altri territori nell’est e nel sud del Paese, sollevando di fatto la possibilità concreta di una riconquista ucraina della Crimea.

La questione, tuttavia, pone delicati problemi politici ai paesi occidentali. Molti di essi, infatti, temono che, in uno scenario troppo azzardato, la sconfitta di Putin, e in particolare la liberazione della Crimea, possa costituire una “lin ea rossa” da soluzioni estreme, che nessuno vuole. Diversi membri europei della Nato, perciò, sono molto cauti al riguardo, scettici su ciò che può realisticamente essere raggiunto sul campo di battaglia. Essi intravvedono nel rafforzamento dei legami tra l’Ucraina e la Nato un modo per incoraggiare Kiev ad avviare i colloqui di pace. Come ha scritto anche il Wall Street Journal, infatti, molti partner occidentali sono scettici sulle capacità di Kiev di riconquistare sul campo di battaglia tutto il territorio occupato da Mosca. E gli avvenimenti delle ultime ore lo confermano.

© Riproduzione riservata