D opo “Colpi di Scure e Sensi di Colpa”, Fiorenzo Caterini affronta il tema della demolizione della memoria della storia sarda con un interessante saggio “La Mano Destra della Storia”, nel quale argomenta che «la genesi della storia italiana parte proprio dalla Sardegna, e il complesso edipico italiano nei confronti della nostra isola si realizza con l'uccisione della storia sarda e con il suo persistente stupro territoriale e ambientale, che assume contorni indagabili con i metodi degli studi post-coloniali».

La Sardegna non deve essere “costruttrice di storia” e pertanto la formazione, la sanità, i collegamenti, i trasporti, l'energia e i servizi in genere devono riflettere una realtà periferica, aspra come il suo territorio dopo le violenze subite.

È chiaro come la storia nuragica sarda sia disfunzionale alla storiografia ufficiale, e come «la carenza di attenzione nei confronti dei beni archeologici, come la civiltà nuragica, abbia trovato un'ulteriore giustificazione».

Sul persistente stupro territoriale e ambientale (il petrolchimico a Ottana non è l'ultimo atto) non si è ancora scritto a sufficienza, ma è indubbio che «all'inclusione nello stato-nazione si opponga sempre una sorta di esclusione dai processi di reale sviluppo economico».

Lo stato attuale delle ferrovie è un coerente tassello del quadro. Al suo interno esistono tre diverse situazioni. La tratta Cagliari-Sassari-Olbia è la testimonianza della minimale presenza dello Stato, emersa più deludente di quello che ci si aspettasse dopo i pesanti investimenti, e comunque non funzionale alla crescita della Sardegna. (...)

SEGUE A PAGINA 7
© Riproduzione riservata